Guisgard si allontano da quella cabina con gli occhi ancora ardenti e l'espressione contratta per la rabbia e la delusione.
“Capitano...” disse avvicinandosi Fidan “... l'altro prigioniero, messer Blind, vi manda i suoi saluti e chiede di potervi parlare il prima possibile... dice che è affare urgente.”
“Ricambia i suoi saluti.” Fissandolo Guisgard. “E digli che io non ricevo i membri della Compagnia delle Flegee. “E riferiscigli anche che non vedo l'ora di sbarcarlo al luogo di sua destinazione.”
“Si, signore.” Annuì Fidan.
Guisgard allora raggiunse il ponte superiore, dove si trovava gran parte del suo equipaggio.
L'aurora, enigmatica e silenziosa, sorgeva pian piano, coprendo ciò che fino ad un attimo prima era apparso buio e indefinito.
Guisgard era poco più avanti dal muro di cinta della villa e fissava i primi bagliori del giorno nascente sui vetri delle finestre.
“Cercate qualcosa?”
Il Guardiamarina si voltò di scatto.
“Non temete, so che non siete un ladro.”
“Chi siete voi?” Chiese Guisgard. “Ovvio che non sono un ladro. Da quando i ladri indossano le uniformi della marina inglese?”
“Siete proprio come vi avevo immaginate, sapete?”
Il Guardiamarina di Sua Maestà lo fissò stupito.
“Presuntuoso e arrogante come tutti gli inglesi.” Sorridendo l'altro. “Il signor Van Joynson mi aveva avvertito circa il vostro temperamento.”
“Siete uno dei suoi dunque!”
“Si e reco un messaggio.”
“Non mi interessano i messaggi di quell'uomo.”
“Neanche se riguardano sua figlia?”
“Cosa?”
“Eh, Guisgard...” sorridendo di nuovo il messo “... andiamo, amico mio... tu ami quella ragazza... ma lei?”
“Maledetto...” avvicinandosi a lui il Guardiamarina.
“Vuoi prendermi a pugni?” Fissandolo il messo. “Vuoi rompermi la faccia? E perchè? Ambasciator non porta pena, lo sai...”
“Cosa vuoi da me?” Con tono rabbioso Guisgard. “Portarmi le minacce del tuo capo?”
“Ti ho detto che porto notizie su lady Talia...” mormorò il messo “... ah, Guisgard... ma davvero vuoi rischiare tutto per questa storia? Andiamo, faresti di tutto per lei, lo so. Ma lei per te? Tu le hai promesso Cielo e Terra. E lei? Quale prova di amore ti ha dato?”
“Sta zitto!” Prendendolo per il bavero Guisgard. “Zitto!”
“Perchè non è venuta qui?” Fissandolo il messo. “Io non mi intendo di queste cose. Le storie che riguardano il cuore per me sono incomprensibili, ma tu? Tu invece cosa ne pensi? Nei romanzi gli amanti fanno cose incredibili per l'altro. E lei invece? Perchè non è qui? Perchè non ha lasciato tutto per te? Dovrebbe essere qui e non su una nave per le Americhe. Suvvia, Guisgard... se io amassi una donna come tu ami lei, pretenderei il medesimo slancio. E tu invece? Sei qui, come un novello Romeo, sotto ad un balcone dal quale nessuno più si affaccerà!”
“Chi sei, maledetto?”
“Forse la tua coscienza...” rispose il messo “... forse la tua Ragione... di sicuro un tuo amico...”
“Dov'è ora Talia?” Strattonandolo il Guardiamarina.
“Perchè vuoi farti del male?”
“Dimmelo!”
“Seguimi...”
Andarono così verso la villa.
La ricca dimora era tutta avvolta in un alone profondo e distaccato.
Solo una piccola finestra era illuminata.
“C'è solo il vecchio signor Arkwin...” mormorò il messo “... il resto della famiglia è partito... anche la tua Talia...”
“Allora andrò al porto!”
“Non ti basta ancora, vero?”
“Al diavolo!”
“Se lei ti amasse davvero, allora sarebbe qui e non su una nave diretta dall'altra parte del mondo.” Disse il messo.
“Vado al porto!” Fece Guisgard.
“Sciocco...” scuotendo il capo il messo “... qualsiasi altra donna di questo mondo, se tu le avessi detto ciò che hai detto a lei, ora sarebbe qui, pronta a rinunciare a tutto... si, forse ti è affezionata, non lo nego... ma per superare le distanze, per vincere il Tempo, occorre l'amore, quello vero... e se ora sei qui con me e non con lei, beh, amico mio, forse non è il sentimento che ti aspettavi...”
Guisgard restò a fissarlo, ma, nonostante tutto, non volle attendere oltre.
Scosse il capo e corse via.
Verso il porto.
Ma era troppo tardi.
All'orizzonte si vedeva la sagoma della nave che da Amsterdam sarebbe giunta nelle Flegee.
Quella con Talia a bordo.
E Guisgard restò a fissarla, con le onde del mare che coprivano, con il loro fruscio, il lamento del suo cuore.
“Uomini!” Gridò Guisgard ai suoi. “Vi voglio tutti ai posti di manovra! Rynos! Rynos!”
“Eccomi, capitano...”
“Voglio sù tutte le vele che gli alberi possono sopportare!” Con tono fermo Guisgard. “Si cambia rotta!”
“Ma...” sorpreso Rynos “... si, certo... avanti, uomini! Fiocchi e contro fiocchi!”
“Austus!” Chiamò Guisgard. “Austus!”
“Eccomi.” Giungendo il suo fedele. “Cosa succede?”
“Possibile che tu non sia mai sveglio!” Indispettito Guisgard.
“Ma, ero sveglio...” stupito Austus “... ero al timone...”
“Preparati a virare!” Ordinò lo Sparviero Nero. “Fa rotta verso Las Baias!”
“Las Baias?” Quasi incredulo Austus.
A bordo sorse un vivace mormorio.
“Si, Las Baias!” Urlò Guisgard. “Subito!” E restò a fissare il mare dal parapetto.
E tutto quel trambusto svegliò Talia da suo sonno.