Cittadino di Camelot
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Arrossii violentemente a quelle parole ed abbassai lo sguardo.
Ci fu silenzio per molti minuti intorno a me, poi cominciai ad udire molti uomini tornare alle loro mansioni tra risa e ordini gridati.
Io tuttavia non badavo loro... il mio cuore batteva forte e quelle parole di Guisgard, così gelide e cariche di rancore, rimbombavano forte nella mia anima, echeggiando in ogni angolo e causando ovunque ferite e dolore.
Infine rialzai lo sguardo su di lui...
“Hai già ripreso il tuo cuore, mi pare...” mormorai.
Lo fissai per un attimo... poi, stremata e vinta da quel caos di emozioni e tormento, sospirai appena...
“Quel giorno...” iniziai quindi a dire, con voce sottile “Quel giorno avevo deciso di non partire più. Ci avevo pensato per tutta la notte ed avevo capito che, in fondo, non mi importava niente del nuovo mondo e di tutte le sue promesse, non mi importava niente della carriera di mio padre né dei suoi desideri. Avevo capito che avevi ragione tu: erano i miei desideri a contare, e nei miei desideri non c’era né Las Baias né il futuro della Compagnia. Quando lo dissi a mio padre, al mattino, andò su tutte le furie... non accettava che io gli disobbedissi e meno ancora poteva comprendere che io lo facessi per te, un inglese...” un involontario sorriso mi increspò le labbra, ma quando me ne accorsi mi affrettai a distogliere i miei occhi dai suoi.
“Tuttavia io ero irremovibile...” continuai a dire, con lo sguardo ora lontano, verso quella foschia all’orizzonte oltre cui si intravedevano le luci del porto olandese di Las Baias “Tentò di convincermi, ma non ci riuscì... così, infine, accondiscese e mi propose un patto. Disse che mi avrebbe lasciata in Olanda a patto che tu ti fossi dimostrato del mio stesso avviso... disse che ti avrebbe mandato quel messo per comunicarti la mia decisione di restare con te ed il fatto che, se tu fossi venuto a prendermi al porto, mi avrebbe lasciata con te in Olanda.”
Sospirai e sentii che la voce mi si stava incrinando, la schiarii...
“Accettai con un tale entusiasmo... ero così sicura che saresti venuto... ne ero certa! Partii con loro per il porto felice come non mai... non salutai neanche il nonno, dicendogli che tanto ci saremmo rivisti presto... non capì, credo! Ma io non ci badai: ero sicura che tu non mi avresti lasciata partire e che sarei tornata presto!”
Tacqui... non avevo più parlato con nessuno di quella dolorosa giornata... era difficile farlo proprio con lui, ora.
“Non so per quanto tempo sono rimasta ad aspettarti su quel molo...” mormorai “ Su quel molo ad aspettarti invano... a pregare che tu arrivassi, ad immaginare ed a temere che ti fosse accaduta chissà quale disgrazia per impedirti di venire da me... non so quanto tempo passò prima che mio padre, ricordandomi il patto, mi costringesse a salire a bordo. Quello che so è che mai, né prima né dopo, mi sono sentita altrettanto ferita... ferita ed umiliata!”
Attesi per un lungo momento prima di tornare a guardarlo... inspirai profondamente cercando di tornare a chiudere quel dolore lontano in fondo al mio cuore, là dove era rimasto per due lunghi anni... infine riportai gli occhi nei suoi...
“Come dicevo, dunque, tu hai già ripreso il tuo cuore... lo hai fatto quel giorno lontano, lasciandomi lì ad aspettarti inutilmente!” sospirai, poi sorrisi appena “Sai... è strano: credevo di odiarti per questo. Credevo di essere arrabbiata ed offesa e credevo che mai ti avrei perdonato... ma ora scopro che non è vero. No, non ti odio... nonostante tutto, io non riesco ad odiarti!”
Lo osservai per un attimo... come chi cerca con tutto sé stesso di imprimersi un’immagine nella mente, al fine di poterla poi tenere con sé contro ogni avversità... poi la mia espressione tornò seria.
“Ed è per questo che sono salita quassù, suppongo...” dissi “Perché dovevo assolutamente dirti che non voglio che tu venga a Las Baias! E’ una follia... ci sono più soldati lì di quanti non ne incontrerai mai in tutto il Mar delle Flegee, ci sono gli uomini della Compagnia e le guardie personali del Governatore. Venire a Las Baias non sarebbe coraggioso, ma soltanto sciocco!”
Sollevai gli occhi verso il cielo... c’era la luna alta quella sera e tante stelle quante non ne avevo mai viste prima... e mi sorpresi a pensare quanto bello mi apparisse quel cielo...
“Mettimi su una scialuppa, per vuoi liberarti di me!” dissi “Queste acque pullulano di navi militari e mercantili e, certamente, ve ne sarà qualcuna che mi scorgerà e mi riporterà in città. Ed anche qualora ciò non avvenisse, ci penserebbe la corrente portarmi a terra. Comunque sia, per quando ci arriverò, tu ormai sarai lontano e irraggiungibile! Ed è questo che conta! Vedi... tu hai ripreso il tuo cuore, Guisgard, ma io non sono ancora pronta per riprendere il mio... spero che mi perdonerai per questo!”
Il mio sguardo lo accarezzò ancora per un attimo... poi, quasi controvoglia, abbassai gli occhi a terra...
“Ora, con il tuo permesso, vado a preparare le mie poche cose, Capitano... sarà bene che mi sbarchi prima che dalla terra possano scorgervi!”
Mi voltai, dunque, e mi avviai verso la scala che portava di sotto... mi sentivo male, mi sentivo come svuotata.
Raggiunsi la scala e la scesi. Una volta giunta in fondo, però, non riuscii più a mantenere quella sorta di vago contegno... mi accasciai, dunque, e mi sedetti sull’ultimo scalino, prendendomi la testa tra le mani... completamente infelice.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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