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Vecchio 29-11-2012, 19.45.32   #1138
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard la fissò e restò rapito da quella visione.
Talia appariva simile ad un ritratto.
Uno di quei ritratti della classicità, dove all'immagine si accompagnava la lettura di versi e la musica di qualche strumento.
Uno di quei ritratti che dovevano rappresentare la più alta concezione della bellezza secondo gli antichi.
E Talia infatti appariva nei tratti, nell'espressione e nelle movenze, come racchiusa in un disegno antico, fatto di tinte e colori senza tempo.
Lo sguardo era ardente per la passione, appena velato sotto le palpebre leggere e le gote solo bagnate da un rossore attenuato dallo splendore della sua pelle di vellutato alabastro.
I capelli scendevano disordinati, come foglie d'erica e il loro splendore al contatto delle candele li rendeva simili a pendagli dorati su un collo bianco e perfetto.
La seta scendeva candida sulla sua pelle, racchiudendola ed avvolgendola come la rugiada fa con i primi fiori del mattino, mentre i petali si schiudono alla luce del Sole nuovo.
E Guisgard restò a fissarla per lunghi momenti.
La luce delle candele proiettava sulle pareti le loro ombre che sembravano tremare e vibrare sotto quell'incerta luminosità.
E come avidi ed assetati di bagliori, gli occhi di lei catturarono ogni riflesso di quelle candele, per poi cominciare quasi a splendere di luce propria.
Guigard allora prese la sua mano, la sfiorò con un bacio e la condusse accanto ad una delle finestre della cabina.
Il cielo era un contrasto di luci e ombre, con fulmini lontani che squarciavano le nuvole alla deriva sull'orizzonte, mentre dall'altra parte l'aria resa fresca e limpida dal vento schiariva lo scintillio delle stelle più alte e luminose, che si alzavano sopra il tumulto della tempesta ormai prossima.
Si intravedeva, con la sua luce incantata e ancestrale, la Luna nuova intrappolata tra le inquiete nuvole sul mare, ma capace di disegnare venature argentate tra i disegni che sembravano animarsi al sibilo del vento.
“C'è un qualcosa di incantato in questi mari...” disse Guisgard a Talia “... mi sento come un artista sul punto di scegliere cosa rubare a questo scenario e farne materia per la sua opera...” le parlava stringendola a sé “... eppure tutto mi parla di te... così, potrei descriverti la Luna, o le stelle una ad una... o forse narrarti del mare, del corallo che posa su di esso il tramonto o del bianco candore della sue spumose onde... eppure” guardandola negli occhi “tutto questo io lo vedo ora brillare nei tuoi occhi... tu, amore mio, sei tutto il mondo per me... ed io non ti lascerò mai più...”
E davanti a quell'esotico scenario, le loro labbra si unirono ancora, così come la loro pelle e le loro anime.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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