Disattivato
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Il ragno. Quel maledetto teneva un ragno anche nei pantaloni, come diavolo era possibile? Mi girai a guardare la bestiola che cadeva a terra. La distrazione di un attimo, ma Musan mi sfilò la pistola e sparò.
Nulla.
La pistola, come avevo immaginato, non era stata caricata
"Ecco perché... " dissi con un sorriso perfido mentre giravo il polso di Musan, facendogli cadere la pistola. Ma, intanto, anche il pugnale mi era scivolato dalle mani, apparentemente non avevo scampo.
"Padre, cosa diavolo è quello?" Dissi con uno sguardo sorpreso.
Il generale Timory sorrise "... È un fantoccio. Da oggi inizierai un nuovo allenamento. Il signor Croll ti spiegherà tutto."
Il medico dell'accampamento era infatti accanto a quel fantoccio, sul quale erano segnati dei punti da colpire.
"Buongiorno mia cara..." Disse quell'uomo magro e brizzolato, dal sorriso gentile.
"Signor Croll.." Replicai con un cenno di saluto.
"Vedi, piccola mia.." Intervenne il generale "..ti troverai sempre ad affrontare assalitori più forti di te.. Ed è quindi insperabile che tu sappia dove colpire... Vi sono punti, particolarmente sensibili, che necessitano di una forza minore.. Ma dovrai imparare ad essere precisa, e velocissima.."
"..so dove colpire, padre.." Guardandolo interrogativa.
"Con la spada, certo... Ma a mani nude?"
"A mani nude?" Con gli occhi sgranati
"Già, senza armi sei troppo debole.."
"..non è vero!"
".. Vorrei non fosse così, piccola mia, ma è la verità.. Quindi devi allenarti.. Molto più degli altri.."
"..perché dovrei combattere a mani nude?"
Mio padre rise ".. Oh ci sono mille motivi.. Sei una donna.. Non te ne andrai di certo in giro armata.." Un lampo di impazienza attraversò i suoi occhi "..e poi non ho intenzione di stare a discutere.. Farai come dico io, intesi?"
"Si, signore.." Dissi lentamente, con una smorfia.
Mi avvicinai al fantoccio e sorrisi al medico.
"..ebbene, sono pronta..." Annuendo.
"Bene, mia cara.. Se mi ascolterai attentamente, sarai in grado di difenderti sempre, in qualunque situazione.."
Sorrisi.
Mio padre si avvicinò e mi sfiorò la guancia: ".. Non devi permettere a nessuno di farti del male... Nessuno, mai..."
La voce di Croll mi risuonò nella mente.
Inspirai, guardai Musan con occhi gelidi. Poi non mi fermai, non mi fermai nemmeno per respirare.
Tirai una ginocchiata, forte decisa.
Poi lasciai il polso di Musan e iniziai a colpirlo al ventre, i miei pugni a martello lo investivano incessabili. Ero veloce, precisa e costante. Non gli lasciavo tregua.
D'un tratto, prima che potesse colpirmi gravemente mi lasciai scivolare per terra ed afferrai la sua coscia, avvolgendola in una morsa. Con una mossa che avevo provato mille volte riuscii a fargli perdere l'equilibrio. Cadde a terra e io mi alzai, iniziando a colpirlo con dei calci precisi e veloci. Mi muovevo, continuamente. Gli schiacciai una mano che tentava di afferrarmi, poi continuai a colpirlo. Non mi fermavo. Sapevo che, se mi fossi arresa, mi avrebbe colpito lui e non avrei avuto scampo. Sapevo bene che era molto più forte di me, ma io ero addestrata.
No, era molto più di questo. Era l'istinto di sopravvivenza che mi concedeva una forza e una potenza che non possedevo. Non avevo paura di morire, ma non avrei mai permesso a un uomo come lui di sfiorarmi. L'avevo promesso a mio padre, e a me stessa.
Ti sei rammollita, mia cara... Hai risparmiato Boyuke e ti sei ritrovata sull'Antigua Maria.. Hai risparmiato la virilità di questo verme e hai rischiato di morire... Dovevi affondare la lama.. Se solo avessi affondato la lama, senza accontentarti di spaventarlo...
Quei pensieri mi rendevano ancora più feroce. Ma sapevo che la voce della mia mente si sbagliava. L'avevo colpito, sapevo di averlo colpito, il sangue di un ragno non è vermiglio come quello di un uomo.
"..e io detesto essere sottovalutata...se nessun uomo è mai riuscito a toccarmi, un motivo ci sarà.." Ansimai per lo sforzo.
Poggiai un piede sulla sua gola, scaricandovi tutto il peso del mio corpo.
"..dammi un buon motivo per non ucciderti..." Guardandolo con odio.
In effetti, pensai che non ne avevo neanche uno. Ma non potevo ucciderlo e passarla liscia.
Così gli tirai un forte calcio alla tempia sinistra. Il Destino avrebbe deciso la sua sorte.
Mi allontanai da lui di corsa, controllai di non avere uno di quegli orribili ragni addosso, raccolsi la divisa e uscii.
Corsi rapida verso la mia cabina, chiusi la porta, la sprangai con un mobiletto, e mi sdraiai sul letto, esausta.
"Voglio la mia spada, voglio la mia spada..." Sussurrai.
Chiusi gli occhi, e immaginai che tutto quello non fosse altro che un sogno.
Immaginai di sentire la voce di John che mi chiamava. E quel pensiero mi calmò leggermente.
Mi alzai, e mi tolsi rapidamente quell'abito che ormai detestavo.
Presi la mia divisa, e la indossai, con tanto di stivali e cappello.
Mi guardai allo specchio, avevo raccolto i capelli e fasciato il seno.
Nessuno mi avrebbe trovato attraente vestita in quel modo.
Non potevo restare chiusa in quella stanza per molto tempo, non potevo, ma soprattutto non volevo.
Presi coraggio, tolsi il mobiletto dalla porta e la aprii. Dovevo sapere se Musan era ancora vivo, anche se dubitai di essere stata tanto fortunata da ucciderlo.
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