Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 15-01-2013, 02.34.50   #1157
Guisgard
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Il poema Amoriade, oggi in gran parte perduto e conservatosi solo in piccoli frammenti, riscosse un grandissimo successo alla corte di Capomazda.
Ancora oggi l'autore è anonimo e nonostante studi e ricerche non si è ancora riusciti ad identificarlo.
Era quasi sicuramente un chierico, probabilmente giunto da uno dei diversi monasteri greci dell'Italia meridionale, dato che conosceva bene la lingua greca (aspetto questo rarissimo per il periodo alto medievale) e forse legato alla piccola aristocrazia bizantina presente nella penisola.
La sua cultura di stampo classico doveva renderlo una vera e propria autorità nella corte capomazdese, in un periodo in cui le conoscenze dell'antichità greco romana andavano via via scomparendo.
Di sicuro il mecenatismo degli Arciduchi l'aveva attirato nel ducato e vi soggiornò, con ogni probabilità, almeno per diversi anni.
L'Amoriade, unica opera attribuita a questo straordinario artista, per il successo ottenuto gli valse il titolo di “Maestro d'Amor Vero”, epiteto con cui è conosciuto ancora oggi.
Il poema, come detto, si è conservato solo in pochi frammenti e conosciamo l'intera vicenda grazie ad alcune glosse, che ne citano la trama, presenti nel Codice Taddeiano, raccolta di poemi e componimenti in latino.
L'Amoriade racconta del duca Ero alle prese con l'improvvisa scomparsa di sua moglie Ora.
Questa misteriosa sparizione getta il duca in una profonda disperazione, accentuata dalla diffidenza e dalla sfiducia che i suoi sudditi provano verso la consorte straniera del loro signore.
Ero però nutre una fiducia cieca in sua moglie e sa che nulla poteva spingerla a fuggire via.
Egli è ossessionato da alcuni incubi raccontati proprio da Ora alcuni giorni prima di svanire.
La ragazza raccontava di sognare un suo spasimante passato che giungeva a rapirla.
L'eroe, così, lega la sparizione con questi incubi.
I frammenti maggiori in nostro possesso riguardano l'inizio del poema, quando cioè a corte giungono Gervaental, Iliasten e Govardian, amici del duca, per confortare il loro compagno dal suo dramma.
Ero però riesce a convincere i suoi amici a seguirlo in un'impresa tanto assurda quanto visionaria: andare in cerca di Ora.
Così, Ero e i suoi compagni assoldano i migliori guerrieri del regno e si proclamano “eroi agli ordini di Amore”, sperando così di guadagnarsi la protezione proprio di messer Amore.
Un lungo e pericoloso viaggio allora comincerà per Ero e i suoi compagni, che li porterà in città incantate e regni inimmaginabili, superando prove e confrontandosi con nemici disposti a tutto pur di farli desistere dalla loro impresa.
In tutto il poema, infatti, Ero dovrà soprattutto combattere con i suoi fantasmi, personificati dalla Ragione che tenterà in tutti i modi di insinuare in lui il dubbio di una fuga di sua moglie e trovando come unico baluardo il suo cuore, che invece lo invoglierà a fidarsi di Ora.
Celeberrime e toccanti sono le scene in cui, nel pieno delle prove da superare, Ero sente la voce di sua moglie che lo spinge a non arrendersi con esortazioni in cui si celebrano la forza e l'eternità del vero amore.
Alla fine i nostri eroi giungono nell'Oltretomba, dove si trova anche Ora a causa del morso di un serpente.
La ragazza è prigioniera del Demone del Passato e solo vincendolo Ero potrà riavere la sua amata.
L'eroe risolverà l'arcano inciso sullo scudo di bronzo del demone e riavrà così sua moglie.
Ritorneranno allora a Capomazda e vivranno per sempre felici, benedetti da Amore.
L'Amoriade si presenta come un'opera complessa ed enigmatica, ricca di metafore, allegorie e simboli, che rendono la lettura molto suggestiva.
Il mito dell'amore vero, della lealtà e della fedeltà tra gli amanti, insieme a quelli che sono i topoi tipici delle poesia lirica d'amore (Ragione contro Cuore, scelta e coraggio per arrivare alla Gioia) ne fanno un eccezionale esempio di romanzo filosofico d'amore, che darà poi spunti ed ispirazione ad altre opere straordinarie ed immortali.
Fortunatamente tra i frammenti rimasti vi è anche l'arcano inciso sullo scudo del Demone del Passato, che così recita:

“Si può visitare.
Ricorda un lago.
Molte donne lo hanno.
E' considerata la più bella.
Per molti è solo una leggenda.”

E voi dame e cavalieri di Camelot, riuscite a risolvere questo arcano?
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