Quando ero piccolo, ricordo, mio padre aveva, negli uffici della sua azienda, una vecchia macchina da scrivere, di quelle ad inchiostro e dove ogni tasto faceva rumore quando si batteva.
A me affascinava da morire quella macchina da scrivere.
Mi sembrava la porta di un mondo per me magico, quello dello scrittore.
E ricordo la prima volta in cui mi decisi ad usarla.
Ero piccolo e attesi che gli uffici fossero chiusi.
Poi, sistemato il foglio (o forse me lo feci sistemare dal ragioniere di mio padre), cominciai a scrivere.
E la prima storia parlava proprio dei pirati.
Dentro vi erano un tesoro da trovare e dei fantasmi.
Scrissi di getto una pagina, senza usare virgole e punti.
Corsi poi a farla leggere a mio padre e lui, scherzando sulla totale assenza di punteggiatura, ricordo che lesse il tutto veloce veloce, fingendo di non prendere mai fiato 
E anche stavolta siamo giunti alla fine del gdr, ritrovandoci con i consueti e doverosi ringraziamenti.
E forse è buffo che stasera, appena concluso il gdr, mi sia tornato in mente quel mio ingenuo tentativo di scrivere una prima storia.
Già, i pirati mi hanno sempre affascinato.
E forse per questo stasera sono doppiamente grato a tutti voi che avete permesso questa avventura.
Perchè mi avete accompagnato in quel mondo di sogni, tra tesori maledetti, cacce ai pirati, fantasmi, mari sconosciuti e dame da salvare.
Grazie a tutti.
Grazie per aver dato il vostro volto a questi personaggi e per aver animato questa storia che finalmente ha lasciato il foglio bianco di quella vecchia macchina da scrivere per diventare, almeno un po', reale
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