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Vecchio 12-02-2013, 11.35.30   #12
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Avanzai di alcuni passi verso quelle navi così strane e affascinanti.
Camminavo con cautela, gli occhi sgranati, non curandomi delle grida di giubilo che provenivano dalla folla attorno a me.
Tenevo il bigliettino in mano, come fosse immensamente prezioso e avessi paura di romperlo.
D'un tratto, però, qualcuno mi fece sussultare. Mi voltai di scatto verso l'uomo che aveva parlato.
Arrossii timidamente, cercando tuttavia di parlare con più naturalezza possibile.
"..Perdonatemi, messere.." dissi, accennando ad un inchino formale "...non ho potuto fare a meno di osservare la bellezza di queste navi..." con un sorriso.
Ma sapevo bene che non era per quello che mi ero spinta fin lì, sapevo bene che era stata la mia curiosità, il mio desiderio di saperne di più su quel bigliettino a condurmi lì dove non avrei potuto stare.
Già, pensai con un sospiro, la mi curiosità.

"La vostra curiosità è troppo impertinente, signorina Clio.. non è bene per una donna nella vostra posizione..".
Il vecchio maestro passeggiava avanti e indietro nel grande giardino, dove rose e gigli crescevano rigogliosi per la gioia della padrona di casa.
Lo guardai, con gli occhi sgranati. Temevo quel discorso, sapevo che prima o poi sarebbe giunto il momento, ma speravo che almeno il maestro sarebbe stato dalla mia parte.
"..Ma maestro, siete stato voi a insegnarmi a leggere, scrivere, a comprendere le lingue degli antichi.. perchè mi dite questo ora?" scossi la testa, con le lacrime agli occhi "..non capisco..".
L'uomo in piedi accanto al roseto evitò il mio sguardo "..avete ragione, Milady.." cominciò "...vi ho insegnato tutto questo perchè me l'ha chiesto vostro padre, e perchè siete stata davvero un ottima allieva.." sorrise.
"Tuttavia, è giunto il tempo di mettere da parte i libri e prendere il posto che vi spetta nel mondo.." scosse la testa ".. non avrei dovuto insegnare così tante cose ad una donna.. l'età mi ha reso incosciente..".
Strinsi i pugni per evitare di piangere. Sapevo cosa intendeva dire il maestro con "il tuo posto nel mondo": mia madre non faceva che ripetermi di andare a questo o quel ballo, e che nessun ragazzo di buona famiglia si sarebbe preso una moglie che non sapeva stare al suo posto.
Mi alzai e presi il maestro per un braccio "... ma ci sono ancora troppe cose che non so..".
Lo sguardo del maestro si fece di ghiaccio "...state attenta, ve lo ripeto, questa voglia di sapere non vi porterà a nulla di buono...".
Fece qualche passo verso il cancello, cominciai a comprendere che non l'avrei più rivisto.
Ma c'era una cosa, una cosa che mi tormentava più di qualunque altra: una storia.
"... E Leonard?" dissi, come tra me e me. Ma il maestro si fermò, si voltò e i suoi occhi neri come la notte mi trapassarono: "Devi dimenticare quella storia.." urlò, dimenticando persino le buone maniere ".. sia maledetto il giorno in cui hai curiosato nella mia biblioteca senza il mio permesso..".
"..Ma, il manoscritto si interrompe... devo sapere che cosa gli accade.. io.. devo sapere.." abbassai lo sguardo e sussurrai "...e se fosse tutto vero?".
"..Non è altro che un mito, una leggenda.. non vi è nulla di vero in quelle parole.." si avviò nuovamente verso il cancello, mi guardò un ultima volta "...ascolta questo vecchio, ragazza... lascia stare quella storia.. passerò nei prossimi giorni a prendere il manoscritto..".


Sorrisi, nuovamente, anche se con una vena di tristezza. Il maestro non era mai tornato a prendere il manoscritto che studiavo quasi fosse una reliquia, sperando di trovarci chissà quale risposta. Ma, infondo, di lui non avevo più saputo nulla da quel giorno non molto lontano.
Osservai l'espressione cordiale dell'uomo davanti a me, e mi resi conto di essere rimasta con lo sguardo perso nel vuoto per lunghi istanti.
Così, arrossendo sempre più, mi feci coraggio e provai a spiegarmi.
"..Ehm, perdonatemi.. la verità è che, questo biglietto..." dissi mostrandolo al paggio, ma tenendolo sempre ben saldo tra le mani ".. io... io conosco questa immagine..".
Che assurdità, Clio! Tutti conoscono l'immagine di San Giorgio...
Mi rendevo conto che i lunghi giorni nell'isolamento della biblioteca mi avevano resa poco incline al dialogo.
"... voglio dire.. che è importante per me.." lo guardai sperando comprendesse le mie parole. Certo, non potevano sapere del mio manoscritto, di Leonard e del suo sogno premonitore. Sospirai, cercando le parole giuste.
"...voi, messere.. voi sapreste dirmi perchè è stata scelta questa immagine? Perchè proprio questa tra mille altre possibilità? Cosa.. cosa significa tutto questo?" i miei occhi brillavano di una luce che ben conoscevo, una luce che invano i miei genitori avevano tentato di spegnere.
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