Restai ammutolita a guardare Fornò che si allontanava, e mi lasciai condurre da Lucius nelle nostre stanze.
Il ghiaccio nella voce e negli occhi del misterioso re era ricomparso immediatamente, ma non potevo fare a meno di ricordare il tono con cui mi aveva parlato, un tono completamente diverso.
Mi chiesi cosa si celasse dietro quella coltre di arroganza e disprezzo.
Le sue parole mi risonavano nella mente, mentre varcammo la porta dei nostri alloggi.
"..Già.. ma guarda un po'.." dissi pensierosa.
D'un tratto, scoppiai a ridere fragorosamente e guardai Lucius, poco distante da me.
"..Non hai sentito quello strano tipo? A me ha detto di pensare al mio nome, al mio ragazzo e alla mia casa, a te di riportare la tua ragazza in camera..." risi di nuovo ".. ci ha preso per due innamorati... chissà magari in fuga dalle nostre famiglie contrarie al nostro amore..".
Mi abbandonai ridendo sul grande letto, nella stanza che avevo scelto, ero stanchissima. Non solo non avevamo chiuso occhio per tutta la notte ma non riuscivo a ricordare l'ultima volta in cui avevo mangiato qualcosa.
Ma poi, un suono mi destò.
Corsi alla finestra e vidi una carrozza irrompere nel giardino. L'arconte meccanico era arrivato.
"..Oh, caro.. guarda un po'... a quanto pare il nostro soggiorno qui non durerà poi molto.." con un sorriso.
Mi guardai, la corsa e l'esplorazione avevano reso il mio bell'abito decisamente impresentabile.
"...Dammi cinque minuti e sono pronta..." dissi chiudendo la porta della mia stanza.
Mi preparai in fretta, indossando un abito di velluto rosso con inserti bianchi e oro. Scelsi un gioiello non troppo vistoso, mi acconciai i capelli con cura, e mi buttai sulle spalle un prezioso mantello che ben si intonava col vestito.
"..Eccomi.." dissi a Lucius, varcando la soglia ".. sono pronta, possiamo andare.. vediamo un po' che cosa ha da dirci questo misterioso arconte.. voglio proprio sapere che ne sa lui di Leonard, della storia del manoscritto, e di me, soprattutto...".
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