L'Arconte Meccanico ascoltò Clio senza interromperla.
“Non è importante cosa io sappia di voi, milady...” disse poi “... potrei averlo saputo in mille modi... ciò che invece conta davvero è il perchè voi siate qui... e conosciamo entrambi la risposta, vero?”
In quel momento entrò un servo con una fiaccola.
L'Arconte annuì e quello appiccò il fuoco sul lembo del mantello del suo signore.
In un attimo, davanti a Clio, l'Arconte fu avvolto dalle fiamme.
La sua figura bruciava davanti allo sguardo della ragazza.
L'uomo restò così per un tempo indefinito, fino a quando, poco a poco, consumato il mantello e la tunica, il fuoco cominciò a spegnersi contro il suo corpo metallico.
Alla fine la sua figura emerse da quelle fiamme, riportando sul suo corpo di ferro e titanio solo una leggera patina fuligginosa.
Il servo allora offrì un altro mantello al suo padrone e questi lo indossò.
“Il dolore e la morte” fece l'Arconte “sono i veri ostacoli alla felicità degli uomini. E l'unico modo per conquistare la felicità è raggiungere i propri sogni. Ebbene, questo vi offro, milady. Raggiungere i vostri sogni. Offrendovi la possibilità di farlo. Il Tempo... il Tempo che occorre, senza concedere alla nostra esistenza di sottrarci giorni e forze... a me è stato offerto tutto questo e come vedete ho raggiunto i miei sogni...” mostrandole ciò che li circondava “... sono il signore di questa città. Ora voglio offrire ad altri la mia stessa fortuna. E a voi sto offrendo la possibilità di trovare ciò che desiderate da tempo...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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