“Milady...” disse l'Arconte Meccanico ad Elisabeth “... volete andare via? Eppure avevate chiesto di me.”
In quel momento, da una porta laterale, entrò un servo.
Camminava piano, attento a non farsi scoprire.
“Io so perchè siete arrivata qui, milady...” continuò l'Arconte, senza accorgersi di quel suo servo che si avvicinava sempre più alle sue spalle “... per scoprire un nome... un nome da svelare dunque... un nome che forse solo il silenzio del destino conosce...”
Intanto quel servo, dopo essersi avvicinato ancora all'Arconte, estrasse un pugnale.
“Ed io sono qui per aiutarvi a scoprire quel nome...” aggiunse l'Arconte.
Il servo allora, giunto ormai presso l'Arconte, lo pugnalò più volte alle spalle, non riuscendo tuttavia né ad ucciderlo, né a ferirlo.
Infatti il suo pugnale si era piegato.
“Avete visto, milady?” Fece l'Arconte. “Gli assassini non sempre restano impuniti.” Fece un cenno e congedò il servo.
Questi mostrò un inchino ed uscì.
“Lady Elisabeth, ciò che cercate” fissandola l'Arconte “si trova in un luogo lontano e ancora misterioso. Ma io vi indicherò quel luogo. Così che possiate raggiungerlo e realizzare quanto chiedete. E in cambio del mio aiuto, ma da intendere solo a titolo di riconoscenza, dunque senza alcun obbligo, voi mi porterete un Fiore. Un Fiore sbocciato proprio in quel luogo dove si nasconde ciò che voi state cercando. Così ripagherete nel modo migliore la mia generosità verso di voi.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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