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Vecchio 04-03-2013, 04.02.28   #292
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Capitolo IV: I Cavalieri di Sant'Agata di Gothia

“I marescialli e i loro aiutanti comparvero subito dopo sul campo, insieme con gli araldi, allo scopo di conoscere i nomi dei cavalieri che intendevano giostrare e la parte in cui ciascuno preferiva schierarsi, una precauzione necessaria per assicurare pari trattamento ai due gruppi che stavano per fronteggiarsi.”

(Walter Scott, Ivanhoe)



A quel cenno di Talia il torneo cominciò.
Guisgard fu inserito nel quinto girone.
Così, ad uno ad uno, avvennero tutti gli scontri.
Corazze che emanavano riflessi di mille e più colori, lame che a contatto fra loro liberavano sciami di ardenti scintille, lance che si frantumavano contro scudi bardati e divenendo pioggia di schegge incandescenti.
I vari contendenti, ad uno ad uno, cominciavano ad essere eliminati dai migliori fra loro.
Davanti al pubblico entusiasta, quei campioni diedero superba dimostrazione del proprio valore.
Mai, si può dire, che tanti eroi furono riuniti per un singolo torneo in quella regione.
Le contese furono tutte combattutissime e gli sconfitti riportarono tutti danni gravissimi.
Alcuni persero un occhio, altri una mano o un braccio.
Molti restarono sfigurati, qualcuno anche storpio.
Il sangue si mischiò alla polvere e alla schiuma dei cavalli.
E alla fine della prima giornata restarono solo dieci cavalieri.
Il giorno successivo si sarebbero affrontati fra loro, fino a restare solo in cinque.
I cinque vincitori.
L'alba giunse presto e con essa gli scontri finali.
I dieci finalisti si trovarono nello spiazzo a Mezzogiorno in punto.
Salutarono in direzione della Loggia Reale e poi cominciarono, in successione, gli scontri.
“Ci saranno sorprese” disse il Maestro all'Arconte Meccanico “secondo voi, milord?”
“Un torneo” rispose l'Arconte “riserva sempre sorprese...” e nei suoi occhi, unica parte del volto non coperta dalla maschera, si accese una strana luce.
E un cenno di intesa, quasi impercettibile, corse fra i due.
Terminarono allora i primi quattro scontri e per ultimo si svolse quello tra Guisgard e Balorogo.
Era questi un energumeno cresciuto nella selva, lontano dalla civiltà e più vicino alle bestie che agli uomini.
Trovato da alcuni cacciatori, fu catturato e portato in un monastero, dove visse fino a quando l'Arconte non lo volle come boia per torturare i prigionieri.
Ora era stato portato nel torneo proprio per volere del signore di Sant'Agata di Gothia, per contendere a Guisgard la vittoria del loro girone.
Cominciò lo scontro.
E fu molto brutale.
Guisgard era armato con la sua spada dai riflessi vermigli, mentre Balorogo impugnava la mazza ferrata.
Subito il secondo mise alle strette il primo, costringendolo a difendersi dai suoi poderosi attacchi.
Balorogo grugniva e ringhiava, quasi come il predatore che fiuta il sangue della sua preda.
E alla fine uno dei suoi attacchi andò a segno, lacerando la cotta di maglia del suo avversario.
“Dannato...” ansimò Guisgard “... sto perdendo le forze a difendermi dai suoi attacchi... di questo passo mi batterà...”
“Forse dovresti studiarli meglio i tuoi avversari...” all'improvviso una voce “... non puoi pensare di partire ogni volta a testa bassa...”
“Finalmente...” mormorò Guisgard “... pensavo volessi fare solo da spettatore...”
“In effetti è un bel vedere.” Quella misteriosa voce. “Del resto la spada resiste benissimo ai colpi... forse sono le tue braccia che iniziano ad avvertire i crampi...”
“Già, per questo dovresti darmi una mano... non pensi?”
“Davvero?”
“Ricordi il nostro patto?”
“E sia...” vibrò quella voce “... ma ricorda che poi ti toccherà raddoppiare gli allenamenti...”
“Va bene...” parando Guisgard altri colpi del suo bestiale avversario “... va bene, ma dammi una mano ora...”
Balorogo spinse Guisgard indietro e caricò l'ennesimo colpo con la sua mazza.
Ma in quel momento accadde qualcosa.
Una luce che durò solo un attimo, quasi infinitesimale.
A tutti gli spettatori apparve come il riflesso del Sole sulle armi.
Ma Balorogo vide qualche altra cosa.
Una figura, simile ad una visione, che dalla spada di Guisgard gli si mostrò.
E i suoi occhi, simili ad una fiera, spaventarono il bestiale Balorogo.
Poi un grido disumano.
Un attimo dopo, l'animalesco Balorogo si accasciò al suolo, tagliato in due da un fendente del suo avversario.
“Sir Guisgard del Lagno è il vincitore!” Proclamò uno dei Marescialli di Campo. “E con il quinto vincitore, il torneo è concluso!”
Ci fu il boato del pubblico.
Un altro dei Marescialli chiamò i nomi dei cinque cavalieri vincitori:
“Sir Mamyon di Ouchus, sir Xouf Dion, sir Lhar di Nag, sir Kosev di Setten e sir Guisgard del Lagno!”
I cavalieri furono allora invitati a mostrarsi sotto la Loggia Reale.
Ma proprio in quel momento, a causa della ferita infertagli da Balorogo, Guisgard cadde a terra senza conoscenza.
Proprio sotto la Loggia Reale da cui stavano per affacciarsi Talia e l'Arconte Meccanico.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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