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Vecchio 06-03-2013, 19.52.21   #341
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Zio...” disse guardandosi intorno “... zio!” Correndo poi per il cortile colonnato “... zio... dove siete? Zio!”
Corse allora verso la cappella.
“Zio!” Chiamò ancora. “Zio!”
Entrò.
Vi era la statua dell'Arcangelo Michele.
“Niente è più bello dell'Arcangelo Michele...
… che risplende in chiesa al chiaror delle candele...”
“Zio!” Uscendo.
Infine lo vide.
L'alta e robusta figura stava ferma all'ingresso del giardino.
“Zio!” Raggiungendolo. “Mi avevate promesso una spada di legno per giocare...”
L'uomo fissò il bambino.
“Un giorno avrai una spada vera.” Disse.
La brughiera.
Il crepuscolo tingeva tutto di un alone indefinito, impenetrabile, inquieto.
“Io sarò tuo compagno...” quella voce “... e tu sarai il mio...”
“Compagno o schiavo?” Chiese il cavaliere.
“Cosa cambia?” Fece la voce. “Saremo la stessa cosa l'uno per l'altro...”
Il Palazzo.
“Voi venite da Sygma?”
“Si, milord...”
“Cos'è questa Pantera incisa sui vostri stendardi?”
“E' il simbolo di chi è rimasto fedele a voi e a vostro zio, milord... il simbolo di chi sta aspettando il ritorno delle vostre armate...”

Guisgard era inquieto.
Aprì per un momento gli occhi ed intravide una figura.
Era una dama bianca che usciva dalla stanza.
“Aspetta...” sussurrò tentando di allungare la mano in quella direzione “... aspetta... chi... chi sei...?” E richiuse gli occhi.

L'orizzonte lontano e la campagna racchiusa in esso.
“Chi era quella dama?” Fissando la sua spada. “Tu la conosci, vero?”
Poi il vento ed il suo sibilo.
“Non ti lascerò andare...” una voce.
“Chi sei?”
“Non ti lascerò andare...” non era più una voce, ma qualcosa di indefinibile, come decine di voci sovrapposte.
Poi solo il vento.
Ad un tratto si sentì seguito.
Si voltò, ma non vi era nessuno.
Allora un castello apparve in lontananza, tra verdi colline.
“Non ti lascerò andare...”
Si voltò ancora per cercare quella voce.
“Non ti lascerò andare!” All'improvviso un volto alle sue spalle.


“No!” Gridò Guisgard, saltando su.
Ansimava ed era stravolto.
Si guardò intorno e vide la porta chiusa.
Era stato tutto un sogno.
I ricordi, le voci, quel volto.
Persino quella misteriosa dama bianca.
Nel frattempo Talia era tornata nelle sue stanze.
Poco dopo qualcuno bussò.
“Altezza...” entrando Marijeda “... il Maestro George chiede di vedervi...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 06-03-2013 alle ore 19.58.20.
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