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Vecchio 11-03-2013, 16.15.52   #406
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Capitolo V: Gli Illufestati

“Adorabile strega, conosci tu i dannati, conosci
tu l'irredimibile errore?”

(Charles Baudelaire, I fiori del male)

Una donna, dai bei lineamenti e ben fatta, stava ritta davanti a quell'informe massa tratta dal marmo nero e lucidissimo.
Come un'ara antica, un altare a qualche divinità remota, quella impenetrabile ed enigmatica pietra, dalle venature purpuree che sembravano correre come il sangue vivo della terra, era intarsiata da decine e decine di figure, dai tratti inaccessibili e dalle espressioni terribili.
Racchiusi in pannelli sovrastanti e concentrici, parevano narrare di episodi antichi, fatti di paure, moniti, sentenze, castighi e pene.
Ma quella donna fissava una sola di quelle arcaiche figure.
Era un volto scolpito nel marmo.
Un volto inespressivo e dagli occhi chiusi.
“Nejira, Nejira, Tonechu Minulò...” disse come in una litania “... Nejira, Nejira, Tonechu Minulò...”
Ormai ripeteva quella sorta di invocazione ogni giorno e ogni notte.
E recitò quella litania fino a cadere a terra stremata.
Allora alzò di nuovo gli occhi verso quell'altare e verso quel volto scolpito.
E lanciò un gemito quando si accorse che quegli occhi ora erano spalancati.

Un castello dalle torri merlate e rettangolari...
Di un'architettura diversa da quella dei manieri di queste terre...
E poi sterminate colline screziate dei colori che compongono ogni stagione...
Il profumo allora di mille e più fiori, ciascuno per ognuna delle stelle del Cielo...
Così un cancello d'oro e pietre preziose si aprì, mostrando un lungo viale lastricato di marmo bianco...
E tutt'intorno un verziere dalle forme celestiali...
E una torre, anch'essa simile al castello...
Poi una musica...
Incantata e inafferrabile...
Ad un tratto delle figure...
Bardate ed enigmatiche...
I loro sguardi...
I loro volti...
Il loro giudizio...

Un grido e la donna cadde ancora al suolo.
La porta si aprì ed entrò qualcuno.
“Isolde...” fece il Maestro George “... cos'era quel grido?”
“Maestro...” tremando lei “... l'oracolo... l'oracolo mi ha parlato...”
“Ha parlato?” Ripetè quasi incredulo il Maestro.
“Si...”
“E cosa ti ha mostrato?”
“Qualcosa di meraviglioso...” mormorò Isolde “... e di terribile...”


Nello stesso momento, al castello dell'Arconte Meccanico, Altea aveva incontrato ancora quella vecchia servitrice.
Erano entrambe nel giardino e il cielo ora appariva intriso di una vaga inquietudine.
Di tanto in tanto si udivano boati lontani e lenti bagliori si accendevano verso Ponente.
Il sibilo del vento sembrava lasciare nell'aria un sinistro lamento fatto di rassegnazione e disperazione.
E pareva giungere da lontano.
Forse dall'Oltretomba.
“Salute a voi, milady...” fece la vecchia servitrice “... vedo che rammentate ancora il nome di quella triste maledizione... eppure vi sono grandi cavalieri che impallidiscono solo a pensarla...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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