Guisgard sorrise e per un attimo quell'inquietudine svanì dal suo volto.
“Non preoccupatevi...” disse ad Altea “... la mia era solo una raccomandazione generica. Andate a riposarvi. E non fate brutti pensieri. Ci ritroveremo al mercato, se Dio vorrà.” Mostrò un lieve inchino alle due per congedarsi da loro.
E quando Altea e Vivian entrarono nel castello, lui si allontanò.
Così, rientrate nelle loro stanze, le due ragazze si abbandonarono.
Si svegliarono poco dopo l'alba, quando il chiasso e la vivacità del mercato avevano già riempito le stradine della città.
Lasciato il maniero, Guisgard cominciò a vagare tra le stradine della città, in preda a cupi pensieri.
Imboccò poi una viuzza secondaria ma vivacemente illuminata dalle lanterne, tutte rosse, di una grande e caratteristica abitazione.
“Ma quello è Guisgard!” All'improvviso una voce da una finestra di quella casa.
“Si, è proprio lui!”
Allora un gruppetto di ragazze cominciò a chiamare il cavaliere.
“Salute a voi, amiche mie.” Facendo un vistoso inchino lui.
“Cosa fate tutto solo per le strade, sir?”
“Quel che fanno tutti gli innamorati.” Sorridendo lui. “Cerco la Luna.”
“Siete dunque innamorato?” Stupita una di quelle. “Voi? Da non credersi!”
“Ho detto che cerco la Luna” replicò lui “non un'amante.”
“Qui ne troverete diverse!” Maliziosa una ragazza.
E tutte le altre risero.
“Ahimè...” sospirò Guisgard “... non è giorno di paga e temo non potrei permettermi al momento la vostra compagnia...”
“Ma sapete bene” disse una di quelle “che madame Sephyn vi farà con piacere credito!”
E di nuovo risero maliziose.
“Su, sir...” fece una delle ragazze “... avevate detto di volerci raccontare cosa fece Giasone sull'isola di Lemno! Rammentate? Siamo curiose!”
“Beh, se è in nome della cultura, non posso tirarmi indietro...”
E di nuovo le ragazze si abbandonarono a maliziose risate.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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