“L'Arconte Meccanico” disse Orez ad Elisabeth, dopo aver dato alla donna un recipiente di rame colmo d'acqua fresca “è il signore di Sant'Agata di Gothia. Ha conquistato questa città sottraendola ai domini dell'Arciduca di Capomazda. Ora è lui che la governa come vassallo del re di Sygma.” Fissò le due donne. “Dovete giungere da molto lontano se non conoscete l'Arconte.” Mormorò. “Poco male. Del resto la storia è ciclica e dunque ripetitiva. Basta farci l'abitudine. Quanto ai Capomazdesi... ovviamente non hanno nulla a che fare con il Sanscrito. Ma sono dei megalomani e questo li spinge a ritenere il loro idioma non inferiore a nessun'altra lingua conosciuta. Per quanto riguarda questa città, vi dirò... essa funziona come tutti gli altri regni... infatti ogni governo infondo è una tirannide. L'unica cosa che lo differenzia dagli altri è il numero di coloro che detengono il potere... e così può esserci uno solo che comanda, pochi o molti. A seconda, cioè, se chiamiamo un governo monarchia, repubblica aristocratica o popolare.” Assunse un'espressione pensierosa.
“Però” fece Elina “non ci avete detto chi è Sawas.”
“Potrei essere io Sawas.” Guardandole Orez. “O forse potrebbe neanche esistere. Magari è un modo puerile per attirare clienti, o una semplice sigla che racchiude un dato significato, o forse soltanto un nome scelto a caso e ancora in cerca di qualcuno intenzionato a farlo suo.”
Elina lo fissò turbata.
“Eh, vi comprendo, amica mia...” ridendo Orez “... ma infondo cosa cambia sapere di Sawas? Siete qui per il vostro libro o per scoprire la sua identità?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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