Quell'uomo dagli occhi freddi ed impenetrabili ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
Prese allora un piccolo vaso, che una delle figure accanto a lui gli passò e sollevò il coperchio che lo sigillava.
Ne uscì del fumo inodore ed incolore che in breve riempì tutta la stanza...
Clio aprì gli occhi e si ritrovò in un luogo completamente diverso.
Era una sala di gusto gotico, illuminata da poche candele che proiettavano impaurite ombre sulle pareti.
I dipinti sui muri erano enigmatici, sinistri, deliranti.
E su tutto dominava un cupo silenzio.
Ma solo dopo qualche istante la ragazza si accorse di diversi sarcofagi posti a poca distanza da lei.
Erano lavorati con maestria ed adornati con misteriose immagini tratte nella pietra.
Sembravano rappresentate scene di dannati ossessionati, disperati, torturati e in balia di orrendi ed informi demoni.
Ad un tratto, quasi senza emettere alcun rumore, quei sarcofagi si aprirono e mostrarono a Clio il proprio contenuto.
E la ragazza restò profondamente turbata.
Infatti ogni sarcofago conteneva una persona.
Erano perlopiù ragazze.
Gli altri erano ragazzi.
E tutti sembravano addormentati.
E fra quei ragazzi, Clio vide anche Lucius.
All'improvviso però avvertì qualcosa.
Come un debolissimo suono.
Un attimo dopo, attraversando le pareti come un fantasma, un'inquietante figura giunse nella stanza.
“Lo so...” disse con una voce quasi irreale “... ti stai chiedendo dove sei... vero, Clio?” Avanzò verso di lei. “Sei nel nulla...”