Guisgard annuì a quelle parole di Talia.
“Si, altezza...” disse “... però siete provata, spaventata, scossa...” la prese allora di nuovo in braccio e la portò verso le sue stanze “... vi porterò io là...” sussurrò.
Attraversarono così il corridoio, mentre dalle finestre la sera, col suo incantato e misterioso fascino, aveva fatto la sua comparsa.
Il lungo abito di Talia scendeva fino a toccare terra e i suoi capelli ricoprivano come pendagli le braccia e il il petto di Guisgard.
Il cavaliere avvertiva un forte impulso che lo spingeva a guardarla, a cercare i suoi occhi, il suo volto.
Eppure non lo fece.
Si domandava cosa pensasse quella ragazza.
Come fosse davvero, al di là della corona e degli abiti principeschi.
Giusero così davanti alle porte che davano agli alloggi privati della principessa.
“Volete che chiami le vostre servitrici, altezza?” Fissandola il cavaliere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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