“Sto compiendo il mio dovere, altezza...” disse Guisgard a Talia, per poi avvicinarsi a lei “... sto proteggendo vostra maestà...” e con un delicato gesto della mano sollevò la spallina che era scivolata giù, lasciando scoperta la spalla della principessa “... perchè, mia signora, non basterà il protocollo di corte a tener lontano quel sicario dal vostro eremo...” sorrise sarcastico.
“Siete insolente come nessun altro!” Esclamò Marijeta.
“Non vi vado a genio.” Fissandola Guisgard. “Lo so, non vi vado a genio.” E rise.
“No, per niente!” Sbottò la servitrice.
“Beh, sono stato assoldato per il mio valore” replicò lui “e non per la mia simpatia.” Tornò a guardare Talia. “Magari non piaccio neanche a voi, altezza, eppure non avete altra scelta... dovete fidarvi di me. Perchè nessuno in questo palazzo può proteggervi adesso. Quel sicario tornerà. Forse stanotte. E non deve trovarvi qui. Lasceremo ora questo palazzo. Vi porterò in un luogo sicuro.”
“Voi siete pazzo!” Protestò Marijeta. “Ora andrò a chiamare sua signoria!”
“Altezza...” fece Guisgard con i suoi occhi in quelli di Talia “... ogni istante trascorso qui è un pericolo costante per voi. Dovete lasciare questo palazzo. Se resterete ancora fra queste mura, nessun cavaliere di questa città potrà strapparvi alla morte.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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