Mamyon annuì a quelle parole di Clio e poi sorrise.
Non disse nulla, prese solo la sua mano e la portò fuori dal palazzo.
“Densesu” disse “dice di aver trovato un posto davvero carino per mangiare... si trova all'inizio del centro cittadino e si raggiunge facilmente attraverso quella viuzza laggiù...”
Così condusse la ragazza per quella stretta stradina, fino a raggiungere una caratteristica locanda.
Sulla soglia era appesa a scricchiolare un'insegna sulla quale vi era scritto “Locanda del Borgo”.
Entrarono e subito si sedettero ad uno dei tavoli.
Si avvicinò loro il locandiere e li salutò.
“Ma che bella coppia di tortorelle!” Esclamò. “Eh, io riconosco subito due innamorati! E la mia locanda, lontana dalla confusione, intrisa di odori e sapori, nella quiete di queste antiche pietre è il luogo ideale per trascorrere del tempo con chi si ama!” Rise. “Voi non sapete, ma qui, tempo fa, venne a mangiare l'uomo più potente di queste terre...”
“Chi?” Chiese Mamyon.
“Sua signoria, l'Arciduca di Capomazda.” Rispose a voce bassa il locandiere. “Giunse qui una sera, mentre era di ritorno da una giostra tenutasi in una città vicina... e nel ritrovarmelo davanti, con il suo seguito, beh, mi lasciò tanto meravigliato, quanto intimorito...”
“E' un uomo che incute tanto timore?” Domandò Mamyon.
“E' risaputo” spiegò il locandiere “che sul cibo egli è uomo assai poco indulgente. Ogni piatto deve essere preparato secondo i suoi gusti, o viene bollato come poco tradizionale, indigesto, inutile e così via.”
“E la vostra cucina piacque all'Arciduca?” Incuriosito Mamyon.
“Vi dico solo questo...” con soddisfazione il locandiere “... sapevo che sua signoria ama i formaggi... allora preparai uno sformato con formaggi e salumi, una pastella di farina e uova appena dorate. Il tutto servito con verdure e ortaggi coltivati proprio nel mio campetto, arrostiti e insaporiti con olio, peperoncino e alloro.” Rise. “Alla fine l'Arciduca ne fu straordinariamente soddisfatto!”
“Ma allora siamo capitati nel posto giusto!” Esclamò Mamyon. “Cosa vuoi assaggiare, Clio?” Rivolgendosi alla ragazza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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