Brunos sorrise a quelle parole di Altea.
“Come immaginavo...” disse con tono sarcastico “... e sia, risponderò a quanto mi avete chiesto... conosco il nome di Capomazda solo per sentito dire da vari viaggiatori giunti qui... in verità non mi interesso molto di cose che non riguardano la mia ricerca della bellezza... quanto a quella che definite la maledizione dei duchi, beh, vi dirò... per me l'unica maledizione esistente è quella che potrebbe privarmi della mia bellezza...”
Ad un tratto giunse una servitrice.
“Milord...”
“Cosa c'è?” Chiese Brunos.
“Volete che il fiore domattina resti nella serra?”
“No, lo porterete nel cortile” rispose Brunos “così che possa nutrirsi della luce del Sole. E mi raccomando, badate che non si sciupi. Sapete che è inestimabile.”
La servitrice annuì ed uscì.
“Va bene...” rivolgendosi Brunos ad Altea “... io non ho certo intenzione di prendervi con la forza... ma so che non resisterete a lungo alla mia bellezza...” si alzò dalla sedia “... per stanotte dormirete in una delle stanze degli ospiti... domani vedremo... la vostra stanza, uscendo da qui, è quella in fondo al corridoio. Vi auguro la buonanotte.” E si ritirò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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