Capitolo IX: Ardena e Melicha
“Chi dunque vuole ascoltare un racconto d'amore, rimanga qui. Io ben gli narrerò di nobili amanti che dettero prova di perfetto amore: un uomo che si strugge, una donna che si strugge; un uomo e una donna, una donna e un uomo; Tristano, Isotta, Isotta, Tristano.”
(Goffredo di Strasburgo, Tristano)
Ad un tratto si udirono mille trombe suonare verso il cielo.
Ma era un suono triste, funereo.
Drappi neri furono calati dal Palazzo Reale.
Un araldo, vestito a lutto, allora apparve nella piazza principale, mentre valletti, con sguardi commossi, cominciarono a suonare mestamente per le strade.
“Popolo di Sant'Agata di Gothia...” disse l'araldo “... oggi è un giorno nefasto. Come serpi striscianti, sicari Capomazdesi sono riusciti a cogliere la nostra colomba. Un assassino inviato dall'Arciduca ha trafitto con una freccia avvelenata la principessa Talia. Ella ora lotta tra la vita e la morte, in condizioni disperate. E difficilmente riuscirà a superare la notte.”
E le campane della città suonarono a lutto, mentre tra i cittadini si diffuse pianto e disperazione.
Intanto, nel Castello di Limas, Guisgard osservava Talia allontanarsi.
Avrebbe voluto chiamarla, fermarla, magari prendendola ancora per mano.
Ma non lo fece.
“Mi sentirei solo uno sciocco” pensò “davanti ad un suo rifiuto di restare...”
“Va via la vostra amica, sir?” Chiese Abecedarius.
“Non è una mia amica...” rispose lui seccato “... è... è mia sorella.”
“Allora siete di certo un re.”
“Cosa?”
“Dicevo, siete di certo un re” fece il libro “visto che lei, essendo vostra sorella, è una regina.”
“Regina?” Ripeté Guisgard.
“Si, l'ha detto lei prima di andare...”
Guisgard scosse il capo contrariato.
“Permettetemi, sir...” continuò il libro “... ma, avendo in memoria tantissime storie, so per esperienza che molte di esse possono fare la fortuna di tanti innamorati.”
“Tu chiacchieri troppo, sai?”
“Perdonatemi, ma, da come vi tenevate per mano e dal tono con cui vi parlavate, beh, posso permettermi di dire...”
“Sai, dalle mie parti l'espressione chiudi il libro equivale ad un sonoro e monumentale chiudi il becco!”
“Ops...” zittendosi poi Abecedarius.
Giusgard allora restò a fissare il corridoio, nella cui penombra era svanita la principessa.
“Altezza...” all'improvviso Marijeta nel vedere Talia davanti alla sua camera “... il vostro camino è acceso... così troverete la stanza calda...”