“In città credo ci sia un gran caos...” disse Densesu a Clio “... sicuramente ci saranno anche disordini, perchè il popolo si sentirà perduto, senza una giuda e molti temeranno l'arrivo dei Capomazdesi. Ma proverò a portare questo vostro messaggio al Palazzo Reale. Magari convincendo qualche valletto o servitore per farlo recapitare a Mamyon... proverò... vi prometto che proverò... voi aspetterete qui il mio ritorno. Mi raccomando, barricatevi dentro, senza aprire a nessuno.”
E uscì.
Passarono così alcune ore e dall'esterno Clio sentiva le campane di Sant'Agata di Gothia che continuavano a suonare a lutto.
Il casale era poco fuori dal centro urbano, ma di tanto in tanto giungevano le voci di contadini che tornavano dalla campagna.
E nelle loro parole vi era cordoglio, dolore e paura.
Sporadicamente la ragazza avvertiva anche dei cavalli che attraversavano di corsa quella zona.
Erano con ogni probabilità i soldati che ora percorrevano in un lungo e in largo l'area perimetrale della città, forse in cerca dei sicari che avevano attentato alla principessa.
Ma, all'improvviso, si udirono dei colpi alla porta.
“Clio, Densesu...” disse una voce dall'esterno “... ci siete? Sono io, Mamyon...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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