Talia aprì lentamente la porta e apparve Guisgard.
“Che tono gentile...” disse lui “... vedo che quel vago fare contrariato di poco fa è svanito... ma state tranquilla, non sono tornato per prendervi ancora la mano...” sorrise “... ma sono un cavaliere... il vostro cavaliere... e volevo sapere... si, insomma... prima siete andata via un po' seccata... forse ho detto, oppure fatto qualcosa che vi ha infastidita? O magari è solo la nostalgia che avete della vostra corte?” Guardò la stanza intorno a loro. “Beh, non è male qui... voglio dire, è un castello nobiliare, con tanto di servitori, anche se, lo ammetto, un po' stravaganti... o chissà, forse vi mancano i vostri abiti sfarzosi e i vostri gioielli...” le fece l'occhiolino “... però, se proprio volete, qui nelle vostre stanze vi lascerò indossare tutto ciò che vorrete... persino la corona regale...” sorrise nuovamente “... anche se dubito faccia parte ora dei vostri bagagli!” Rise. “Su, fatemi un sorriso, altrimenti resterò inquieto per tutta la notte... e poi merito un premio, no? Sono venuto qui, sfidando le ire della vostra servitrice!” Le mostrò qualcosa. “E' uno strano oggetto per voi, lo so... è fatto di fogli ripiegati più volte... rappresenta un fiore... tecnicamente è chiamato Origami... mi ha insegnato il mio maestro a farli... da piccolo ero un portento... però devo dire che non ho perso la mano... tenete, è per voi... è un'orchidea... e secondo il linguaggio dei fiori rappresenta la totale devozione... come quella di un cavaliere alla sua regina...” e la fissò negli occhi “... siete bellissima...” sussurrò all'improvviso “... anche senza i vostri gioielli e abiti da cerimonia, altezza...”