Mamyon tornò a sorridere a quelle parole di Clio.
“Sciocchina...” disse piano “... nessuna preoccupazione di questo mondo potrebbe negarmi la felicità che mi doni ogni volta ti guardo...” la baciò delicatamente “... si, è vero, abbiamo ancora un po' di tempo... ma non ho fame... voglio solo qualche momento per noi... vieni, ci riposeremo...”
Così la portò sul lettino e i due si strinsero l'uno accanto all'altra.
Sopra di loro vi era una piccola finestra, dalla quale si poteva ammirare un po' del cielo notturno.
L'aria era pulita e fresca, le stelle scintillavano chiare nel firmamento e si poteva ammirare la sagoma della città che si stagliava contro l'oscurità della notte, assumendo tratti quasi fiabeschi.
Poche luci salivano dall'abitato cittadino, liberando un tenero alone, simile ad un torpore di mille e più bagliori che si confondevano fra loro, per poi perdersi nell'infinito silenzio notturno.
Mamyon stava steso sul lettino, con la schiena poggiata contro la parete ad angolo che racchiudeva quel giaciglio.
Fra le sue braccia vi era Clio.
“Quando sarò sazio di imprese, avventure e vittorie” sussurrò fissando quel cielo dalla finestra “mi ritirerò in una grande palazzo... un palazzo lontano da tutto e tutti... magari sulle sponde di un lago sconosciuto, posto ai limiti di una foresta inesplorata... voglio che sorga a pochi passi dalle montagne, perchè amo notti come queste... notti scintillanti di stelle ignote persino ai navigatori più esperti... si, vivrò in un luogo così... ma non voglio viverci da solo là...” e si voltò a fissarla “... sei bellissima, Clio... bellissima... e forse sono i tuoi occhi quelle stelle sconosciute che sogno di vedere io solo...” e la baciò con passione.
Poco dopo i due lasciarono il casale e galopparono fino al Palazzo Reale, dove raggiunsero così lo spiazzo davanti alla Cappella Reale ed attesero l'arrivo degli altri cavalieri.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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