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Vecchio 18-04-2013, 16.16.04   #943
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Abecedarius fu compiaciuto e soddisfatto dalle parole di Talia.
“E a voi” disse a Guisgard “è piaciuta la storia?”
“Aspetto il finale.” Rispose lui. “Le storie le giudico sempre dal finale.” Sorridendo lievemente.
Ma era un sorriso enigmatico il suo.
Abecedarius allora riprese a raccontare...

Ardena pranzò così con Pars, sua moglie Maina e i suoi due figli, Melicha e Marcus.
“La terra che i membri della Contrada dell'Aquila reclamano” disse Pars al cavaliere “è praticamente tutta quella che vedete. Le loro scorribande non hanno nulla di cavalleresco e sono volte solo a seminare terrore e violenza tra le nostre donne. Il Consiglio li ammonisce, certo, ma controllare tutte le contrade è cosa assai complessa e comunque l'Aquila è la più ricca fra esse e i suoi cavalieri rappresentano lo zoccolo duro dell'esercito cittadino ed è per questo che i consiglieri consentono loro molti privilegi.”
“Chi era l'uomo con cui parlavate prima?” Chiese Ardena.
“E' Jean, rampollo dei Livori, la più importante famiglia dell'Aquila. Ma il vero capo è suo fratello maggiore, Mostranio. Uomo malvagio e superbo, che da pochissimo valore alla vita altrui. Si narra che giovanissimo infilzò un uomo solo perchè si rifiutò di definire nobile la contrada dell'Aquila.”
“Dunque la legge non vi tutela.” Fissandolo Ardena.
“Affatto.” Scuotendo il capo Pars. “E noi invece chiediamo solo di lavorare in pace... e grazie al Cielo di lavoro qui non manca. Anzi, tutt'altro. E un aiutante mi sarebbe di grande aiuto...” fissò sua moglie “... in verità ne avevo uno, ma quei balordi lo caricarono di botte e lui fuggì... ma non l'avranno vinta con me. Non mi cacceranno dalla mia bottega. Non fin quando sarò vivo. Dovranno portarmi via fra quattro assi.”
“Cosa vuol dire fra quattro assi?” Domandò il piccolo Marcus.
“Che dovranno prima uccidermi.”
“Pars, non voglio che parli così davanti ai ragazzi.” Fece sua moglie.
“Ma è la verità.”
“Sempre a parlare di lotte...” mormorò Melicha.
Ardena la guardò.
“E voi?” Tornando Pars a fissare il cavaliere. “Voi da dove venite?”
“Da Sud.” Rispose Ardena.
“E dove siete diretto?”
“Un posto vale l'altro...” e guardò ancora Melicha.
“Ogni uomo” mormorò Pars “dovrebbe scegliersi un posto dove vivere e mettere su famiglia. E col sudore attendere i frutti. Come noi, vero?” Sorridendo a sua moglie, che rispondendo al suo sorriso annuì.
“Vi ringrazio per il pranzo, signora.” Alzandosi Ardena. “Era davvero squisito.”
“Grazie, sir.” Sorridendo Maina. “Ma per il dolce dovete ringraziare mia figlia.”
“Era da tanto che non mangiavo un dolce così buono.” Sorridendo Ardena a Melicha. “Ora scusatemi.” Ed uscì fuori.
“Va via Ardena?” Domandò Marcus.
“No, ha lasciato qui la sua roba.” Rispose Pars.
“Avete visto che spada?” Fece il piccolo. “Chissà quanti uomini ha ucciso.”
Il cavaliere restò allora sulla staccionata del portico e cominciò a suonare la sua ocarina.
“Che musica triste, sir...” all'improvviso qualcuno.
Ardena si voltò di scatto e vide Melicha.
“Mi chiedo cosa nasconda una musica così triste.” Continuò lei.
“Non era triste.” Fissandola lui.
“Allora malinconica...”
“Forse...”
“E' stato certo mio padre, con quei discorsi...”
“Un cavaliere è abituato a simili storie.”
“Già... immagino...”
“E' molto bella questa terra.” Guardandosi intorno lui.
“E' come la gente che vi abita...” disse lei “... semplice, genuina, ospitale... anche se non sempre comprendo fino in fondo questa gente...”
Lui la fissava con attenzione.
“Come del perchè” aggiunse “vivere costantemente in pericolo e solo per difendere un po' di terra, una casa ed una bottega...”
“Forse perchè” mormorò lui guardando lo scenario reso rosso dalla terra circostante “bisogna avere qualcosa per cui lottare. Una terra da difendere e una famiglia da proteggere.”
“Anche a costo della vita?”
“Si, se è un bene così prezioso ciò per cui si combatte.”
“Vedete quel tronco cavo?” Indicando il cortile al cavaliere. “Sono mesi che mio padre cerca di sradicarlo... e magari domani, quegli uomini verranno a...”
“Vostro padre è molto coraggioso.”
Melicha restò un attimo in silenzio.
“Rientrerò ora...” dopo qualche istante “... buonasera...”
E rientrò.
Dopo un po' si udirono dei colpi dal cortile.
Pars corse alla finestra e poi chiamò sua moglie ed i suoi figli, mostrando loro ciò che stava accadendo.
Ardena con una scure aveva cominciato ad abbattere quel tronco cavo.
Pars allora prese anch'egli una scure e iniziò ad aiutare il cavaliere.
“Pars...” fece sua moglie “... perchè non leghi una coppia di cavalli a quel tronco e lo tiri via?”
“Sono mesi che cerco di spuntarla contro questo vecchio tronco...” ansimando Pars “... e se ora lo facessi tirare via dai cavalli... beh, gli darei partita vinta... invece nella vita si riesce in tutto, se non si risparmiano fatica e muscoli...” fissò Ardena e quello annuì.
I due ripresero così a colpire il tronco e alla fine quello si frantumò, per poi essere tirato via dai due.
Tutti allora festeggiarono, guardando con speranza al domani, come se quel tronco rappresentasse un segno.
E gli occhi di Marcus erano sempre più colmi di ammirazione per quel misterioso cavaliere...


“Ti interrompi ancora?” Esclamò Tanis. “Ora voglio sapere cosa succede!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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