E mentre Altea si affrettava a raggiungere la stanza datale dal locandiere, una mano le afferrò il polso.
“Non sono un assassino.” Disse Velvò. “Mi avete giudicato senza conoscere la mia storia. Avete fatto in fretta a bollarmi come un volgare assassino. Nominate Dio, eppure non vi siete fatta dei problemi a condannarmi come spregevole brigante. Ma sappiate che non sono un assassino e che nelle mie vene scorre sangue nobile. Come nobili sono i miei sentimenti. Comunque non mi interessa giustificarmi. Soprattutto agli occhi di una donna come voi. Ecco, prendete...” facendo cadere a terre un gruzzolo di monete “... questa è la parte che vi spetta su quella balestra. Anche se ora non è più in mio possesso. Ma io mantengo la parola data. Ora non sono più in debito con voi.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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