Velvò fissò Altea negli occhi.
La guardò per lunghissimi istanti.
Poi scosse il capo e si voltò a guardare l'orizzonte che si vedeva dal parapetto della strada.
Era questa sospesa tra due dossi e le case non coprivano la visuale che dava nella vallata.
“Si, devo uccidere un uomo...” disse poi “... un uomo che mi ha rubato tutto... forse non mi crederete, ma sono anch'io un nobile... e lo sono almeno quanto voi... o meglio, lo ero... lo ero fino a quando un giorno non mi è stato sottratto tutto... il castello, il denaro e la mia stessa vita, relegandomi a vivere come un vagabondo... si, perchè questo sono oggi... un miserabile senza terra e senza affetti... e l'unica cosa che mi da la forza di continuare ad andare avanti è la mia vendetta...” tornò a fissare Altea “... ecco, ora potete anche giudicarmi come un vile assassino...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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