Castello, cortile. All'interno del Castello di Castelbuono si trova la cappella che custodisce la reliquia di Sant'Anna, patrona della città. - Castelbuono 
 
 
All'interno le ricche sale hanno i soffitti a cassettoni scolpiti e decorati, e finestre e portali di stile gotico (soffitto ligneo 
quattrocentesco della “Sala Magna” decorato e poggiante su mensole scolpite). Esistevano inoltre scuderie, sale d’armi, le carceri per i condannati comuni e la fossa della tortura per i condannati a morte. Non mancano trabocchetti e segrete, fra cui una galleria sotterranea, che dal castello conduceva alla cappella di Sant’Antonio e, forse, fino alla rocca di 
Geraci. Al 
XV secolo risalgono inoltre le prime ristrutturazioni, in conseguenza del trasferimento al castello della reliquia di 
Sant’Anna, poi proclamata patrona della città.
La primitiva cappella di Corte fu più tardi trasformata in magazzino e quindi in teatro. Nell'attuale "Cappella Palatina" si conserva l'urna del 
1521 della reliquia, a forma di busto e ornata di rilievi, con scene della vita di 
Sant’Anna e 
San Gioacchino e la nascita di 
Maria. Nei due altari laterali si osservano due tele, una "Discesa di Cristo", copia di un'opera del 
Rubens del 
1460, e l’"Estasi di San Liborio", opera del 
pittore castelbuonese 
Mariano Galbo (
XIX secolo).
L'interno è interamente rivestito di 
stucchi, opera dei fratelli 
Giuseppe e 
Giacomo Serpotta (
1663) ordinati da Francesco Rodrigo Ventimiglia. Vi sono raffigurate figure umane virili, putti, angeli, elementi floreali sacri e mitologici, con una varietà di stile che va dal quello più arcaico pesante di Giuseppe, a quello più agile e realistico di Giacomo. Si riporta che gli artisti lasciassero la propria firma raffigurando dei rettili marini nelle fasce dell’altare della Deposizione. L'apparato figurativo si compone di quattro allegorie che ben si adattano alla Santa: la Presentazione di Maria al Tempio: in cima alla scala sta il patriarca Zaccaria con le braccia aperte, genuflessa davanti a lui Maria, vigilata da un angelo, San Gioacchino prega il patriarca mentre Sant’Anna pare uscire dall'edificio ed è presente la figura di un uomo implorante. Segue lo sposalizio di Giuseppe con Maria: il sommo sacerdote, assistito da Gioacchino e da Anna, benedice le nozze; sullo sfondo risalta il Golgota dominato dalla Croce, in cielo Dio con i cherubini. Sotto le nicchie l’allegoria del Paganesimo e del Cristianesimo, raffigurate in due figure di lottatori.
Pregevoli le sculture settecentesche in legno degli stalli del 
coro, con i mezzibusti dei Signori Ventimiglia e i personaggi del 
Vecchio Testamento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
