Il bambino fissò Elisabeth, Sawas, Enusia ed Orez.
Nessuno di loro però osò parlargli.
“Forse la barba è spuntata sul volto di suo padre...” disse sottovoce Orez ad Elisabeth “... ammesso che questo fanciullo sia davvero imparentato al re...”
“Parlare al cospetto del re” all'improvviso il bambino “senza averne licenza è già un atto di scortesia... ma farlo poi a bassa voce, senza farsi udire, è da villani.”
“Chiede umilmente scusa per i miei compagni...” fece Sawas dopo aver rivolto un'occhiata in direzione di Elisabeth e di Orez “... ma in verità attendavamo di essere ricevuti da sua maestà e nel frattempo discorrevamo sullo splendore di questa corte.”
“Siete abile con le parole” replicò il piccolo “ma esse ai nostri occhi hanno ben poco valore. La libertà di parola non è un diritto in questa città, ma un privilegio e come tale va meritato.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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