Il mio sguardo, inclemente e distante, rimase per tutto il tempo sul chierico...
la mia mente, tuttavia, non riusciva a non pensare agli occhi freddi del cavaliere quando, poco prima, aveva detto di non avere amici lì... non riusciva a non pensare a quell’espressione che si era dipinta sul suo volto, quasi di dolore... la mia mente non riusciva a mettere da parte la sensazione che ci fosse qualche cosa che le sfuggiva, qualcosa di importante...
Il chierico intanto parlava, ed ogni sua parola su di noi suonava non come una domanda ma come una sentenza... come una condanna... come un detto che non ammetteva regole...
“Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato.” mormorai allora, interrompendolo “...non era forse questo ciò che vi veniva insegnato? Non era, forse, uno degli apostoli che ammoniva: ‘Chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?’...” lo fissai, con sguardo alto e distaccato “Parole!” mormorai.
L’uomo tuttavia non parve dar peso a ciò...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“In effetti è una ragazza particolare...” guardando Talia il frate “... molto... forse per questo ti piace... perchè non ha l'ombra...”
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A quella affermazione, mio malgrado, vacillai...
la mia ombra...
come poteva sapere...
i miei occhi si allargarono appena, allora, le mie guance si infiammarono e la gola mi parve che mi si chiudesse...
Ero nel buio...
un buio caldo, appiccicoso, opprimente, claustrofobico...
giravo su me stessa, cercando una via, ma di vie non ce n’erano...
e poi all’improvviso lo vidi di fronte a me...
grande, immenso, luminoso...
quell’occhio mi guardava ed io adesso sapevo di non potergli sfuggire...
fissavo l’occhio e l’occhio fissava me...
mi sentivo attraversata dallo sguardo di quell’occhio...
sentivo che mi leggeva dentro.
E poi, all’improvviso, udii quella voce vicina...
“Non fidarti, Talia... ricorda di non fidarti mai di nessuno!”
“Ma Maestro...” iniziai a dire, voltandomi verso l’uomo che era comparso accanto a me.
“Di nessuno, Talia... loro sono ovunque! Saranno sempre ovunque! E, se giungeranno a te, sarà la fine!”
“Loro?” chiesi.
“Si... loro! I nostri nemici! I tuoi nemici!”
“Ma chi sono?”
L’uomo mi fissò...
“Non preoccuparti... penserò io a loro. Tu ricordati solo di non fidarti di nessuno! Di nessuno!”
Battei le palpebre, incerta...
era durato soltanto un attimo, quella sorta di macabro sogno...
un ricordo, pensai...
sì, forse era un ricordo...
ma antico...
un ricordo molto molto lontano e che non avrei saputo collocare né nel tempo né nello spazio.
Un lungo brivido mi scosse la schiena, allora...
ed improvvisamente mi accorsi di essere spaventata...
di essere molto spaventata, inspiegabilmente.
Inspirai, dunque, e sollevai di nuovo lo sguardo sui due uomini davanti a me...
fissai il monaco, poi spostai lo sguardo su sir Guisgard, poi tornai a guardare il monaco...
“Cosa...” mormorai, gelida “Cosa dite? State vaneggiando!”
Repressi un nuovo brivido, allora, e tornai a guardare Guisgard...
“Voglio ritirarmi!” esclamai.