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Vecchio 09-05-2013, 18.29.58   #1136
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Capitolo II: Angelo o demone

“E' falso! Non siete neanche padroni di questo pianeta! E l'Eurasia? E l'Estasia? Non le avete ancora conquistate.”

(George Orwell, 1984)



La veloce macchina sportiva sfrecciava tra le strade quasi buie di Capomazda City, solitaria, silenziosa, tra le soffuse luci che cominciavano ad illuminare la sterminata megalopoli.
Percorse così tutta la periferia Ovest, fino ad uscire dal centro abitato e immettersi in una stradina secondaria.
Alla fine terminò la sua corsa davanti ad una vecchia casa, dall'aspetto gotico e austero.
Dalla macchina scese allora qualcuno, che con passo sciolto si avvicinò alla porta d'ingresso.
“Vediamo...” disse mettendo una mano sotto una grossa anfora lì vicino “... c'è ancora la crepa in cui nascondevo i Mars da piccolo... vediamo se... ecco...” e tirò fuori dall'anfora una chiave.
Aprì allora la porta ed entrò in quella casa.
Vi dominava una fitta penombra, ma lui si muoveva sicuro, come chi conosce ogni passo di quel percorso.
Sentì un miagolio davanti a lui.
“Ciao, Kitty...” sorridendo lui “... di che umore è il tuo padrone stasera?”
Raggiunse allora una scala e scese i gradini, fino ad intravedere una luce in fondo ad un lungo corridoio posto alla fine di quei gradini.
Tutto questo sotto lo sguardo vigile e silenzioso di quel gatto.
La raggiunse ed entrò nella stanza.
“Il Figliol Prodigo torna a casa...” fece il vecchio seduto a guardare la tv.
“Eppure” rispose il nuovo arrivato “non vedo nessun agnello grasso sul tavolo...”
“Non abbiamo molto tempo...”
“Perchè mi avete chiamato con tanta urgenza?” Fissandolo il nuovo arrivato. “Sono tornato solo ora in città e non sono neanche passato al cimitero...”
“Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti...” mormorò il vecchio.
“Mio zio...”
“Tuo zio è morto.” Lo interruppe il vecchio. “Che Dio lo abbia in Gloria.” Segnandosi. “Tu invece sei ancora vivo...”
“Padre Nicola, io non credo a questa storia...”
“Taci.” Zittendolo il frate. “Non conta ciò che credi o non credi. Conta la verità.”
“Parlate come lo zio...”
“Già.”
“Ma lui è morto...” con astio lui “... e non so neanche come...”
“Lo sai.”
“No...”
“Si, invece.” Disse il frate. “Anche se non vuoi ammetterlo.”
“Cosa volete da me?”
“Non ho molto tempo, stanno per arrivare...”
“Chi?” Chiese lui.
“Loro.”
“Loro chi?”
“Gli Illufestati.”
“Chi sarebbero?”
“Coloro che scrivono i giornali che leggi...” voltandosi finalmente il frate “... che pubblicano i libri su cui studi e che preparano i telegiornali che ascolti. Loro sono ovunque.”
“Mi sono perso qualcosa?”
“Non esistono forme di governo buone o cattive.” Spiegò il chierico. “Tutto sta in chi esercita il potere. Una Democrazia non è immune da errori. Come tutte le altre forme di comando, anch'essa possiede i mezzi per esercitare un controllo. E quelli della Democrazia sono gli organi d'informazione. E possono essere più pericolosi dei soldati.”
L'altro lo ascoltava in silenzio.
“Vieni qui...” alzandosi il frate “... voglio mostrarti una cosa...”
E lo portò davanti ad una teca, nella quale era custodita una spada.
Era una spada particolare.
Incatenata al suo fodero e con enigmatiche incisioni sull'elsa.
“Non mi avevate mai mostrato questa spada...”
“No, infatti.”
“Perchè?”
“Perchè era per tuo zio.” Rispose il frate. “Ma non ha mai voluto saperne.”
“Sembra una spada da usare in un rituale.” Mormorò l'altro. “Dall'aspetto pare antica... ma le sue condizioni sono perfette. E' una riproduzione?”
“No, è una spada vera.” Sbottò il frate. “E ora ascoltami, invece di dire idiozie come tuo solito. Quest'arma è l'unica possibilità che hai.”
“Possibilità per cosa?” Incuriosito l'altro.
“Di non fare la fine di tuo zio.” Fissandolo il frate. “Almeno per il momento.”
“Perchè è incatenata al fodero?”
“Perchè è pericolosa.”
“Come sarebbe?” Stupito lui. “Come le spade dei samurai? Quelle che si muovono da sole, come si vede in quei vecchi film anni'70?”
“Smettila di dire stupidaggini!” Infastidito il frate. “In tutti questi anni ho allevato ed addestrato un pagliaccio! Buono solo ad alzare le sottane delle donne!”
“Probabilmente ho sbagliato a venire qui...” fece l'altro e si voltò per andare via.
“Guisgard!” Esclamò il frate. “Torna subito qui!”
Lui allora si voltò e restò a fissare frate Nicola.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 14-05-2013 alle ore 19.43.52.
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