Guardo il pc stanotte...
Guardo le pagine di Camelot come se fossero un foglio bianco da riempire...
Da riempire con qualche pensiero da lasciare come pegno ai sogni...
Già, il monitor...
Il monitor del pc che stanotte mi appare come un ponte...
Come il Ponte Periglioso, che permise a Lancillotto di raggiungere Gorre, “la terra da dove non si torna”...
La terra in cui si trovava Ginevra...
Era un ponte a forma di spada e attraversarlo forse non era diverso da attraversare questa notte...
Cosa hanno in comune un ponte incantato e una notte sognante e malinconica come questa?
Forse che ognuno conduce ad un sogno...
Lancillotto sapeva di trovarvi Ginevra oltre quel ponte...
Ma io cosa troverò dopo questa notte?
Vorrei viaggiare in questa notte dimenticando ogni cosa...
Anche il mio nome, per poi udirlo ancora, come se fosse la prima volta, proprio da Ginevra...
Già, il mio nome...
E forse un nome vale solo quando a pronunciarlo è colei a cui tutto è destinato...
Come un anonimo Lancillotto che stanotte ha lasciato sui muri di Camelot queste parole per la sua Ginevra:
“C'incontrammo oltre il ponte di pietra,
le stelle e le eriche facevano da guardia,
tra le murature vecchie da cui spirava il grano di Maggio.
I campi volavano tutt'intorno a noi come allodole,
mentre Cassiopea, meraviglioso astro della quieta notte, aleggiava sugli accoglienti e brulicanti filari degli oleandri.
Fino a quando l'orizzonte dell'Elsa, avvolto dalla luce, s'irradiava fresco nel bianco vagare della notte, dove ogni stella si spegneva sul deserto tessuto del cielo e l'alba s'estendeva là dove si celerà il Sole.
E noi attraversavamo l'infinito orizzonte delle ardite esistenze senza dimore, che i sogni delle nostre anime avevano intagliato in prezioso avorio.”
Buonanotte, Camelot...