Capitolo VI: La chiesa dimenticata
“Al termine della galleria, fate attenzione nell'oltrepassare l'arco avvolto da una nebbia cangiante e multicolore: potreste rischiare di cadere nel Pozzo della Luna.”
(Abraham Merritt, Il Pozzo della Luna)
Masan fissò Clio con interesse.
Il suo sguardo era penetrante e nei suoi occhi vi era qualcosa di intrigante.
Dai suoi modi e dal suo portamento non sembrava uno studioso, né tanto meno un archeologo.
“Da quando” disse senza smettere di guardarla “al dipartimento mi hanno fatto il suo nome, devo confessarle che ho subito cominciato a farmi un'idea su di lei. Un'idea personale naturalmente. Ma devo dire che, vedendola ora, quell'idea era totalmente sbagliata.” Sorrise. “Le confesso che la immaginavo diversa. Molto diversa. So che sembra la scena di un vecchio film... uno di quelli in cui il datore di lavoro toglie gli occhiali e scioglie poi i capelli della sua segretaria, fino a quel momento un brutto anatroccolo, rivelandone così il fascino. Si, perchè la immaginavo totalmente diversa. Ma non si preoccupi, non starò qui a descriverle il modo in cui questo nostro incontro mi ha sorpreso. Favorevolmente sorpreso.” Si sedette. “Direi allora di passare a cose più importanti. Al perchè io sono qui, dottoressa.” Aprì la sua borsa e prese alcune cartine. “Queste sono le planimetrie del nostro campo scavi a Sant'Agata di Gothia. Gli scavi sono cominciati alcuni mesi fa, in seguito ad alcune scoperte casuali in quella zona. Durante i lavori per un progetto stradale, alcuni bulldozer hanno riportato alla luce diversi manufatti. Da qui poi i lavori sono stati bloccati e tutta la zona è stata oggetto di studi. Alla fine il dipartimento è riuscito ad ottenere i permessi per aprire un campo scavi. E così, man mano, sono stati portati alla luce vari reperti, tutti inquadrati in una stratigrafia riconoscibile e documentata. Fino a quando...” e mostrò a Clio e ad Asevol un prospetto “... quasi per caso, sono emersi i resti di una vasta struttura... resti che per dimensioni, pianta, orientamento e caratteristiche architettoniche sono stati riconosciuti come appartenenti ad un edificio Cristiano... una chiesa. Una chiesa però dedicata ad un Santo il cui culto non era diffuso in quella regione. Un po' com'è accaduto per il culto di Morfeo nella stessa Sant'Agata di Gothia, al quale lei ha dedicato molto del suo tempo, dottoressa. E per questo il dipartimento vuole che lei venga a Sant'Agata di Gothia per formulare un suo parere in proposito.” E le mostrò la planimetria della chiesa.