Mi voltai verso di lui a quell’ultima domanda...
era forse la prima cosa veramente seria che aveva detto da quando lo avevo incontrato...
e forse fu per questo che mi sorprese, o forse fu per il tono con cui lo disse... si, quel tono... il tono di un uomo che troppo a lungo si era sforzato di non prendersi sul serio...
lo fissai...
“No...” dissi infine, scuotendo appena la testa “No, non la preferisco quando fa il pagliaccio... affatto! Anzi...”
Il mio sguardo su di lui era serio, fermo, penetrante...
“Sa, Guisgard...” ripresi poi a dire, la voce vagamente più bassa, lieve “Penso che, tra noi due, qui il più incauto sia lei... si... si penso che sia veramente incauto!”
Lo osservai per qualche istante, in silenzio...
“Vede... qualsiasi cosa lei dica, o faccia, il suo nome è tutt’altro che sconosciuto... la storia della sua famiglia sconfina nella leggenda, ci sono mille e più aneddoti che dai meandri del passato mi parlano di lei, mille storie, piccoli dettagli... mentre lei di me non sa niente! Mi ha raccolta per strada ed ha deciso di portarmi con sé... mi ha mostrato cose e rivelato particolari... e se non fossi ciò che lei crede? Ha... ha pensato che sarei potuta essere una di quei pazzi che la minacciano, Guisgard? Ha mai pensato a questo?”
Lo fissai per qualche istante, seria... poi sorrisi appena...
“Sono un’incosciente...” mormorai “Adesso che le ho messo questo dubbio, forse mi abbandonerà qui e dovrò tornare a piedi fino in città... e addio aereo... addio volo avventuroso e gita in quegli angoli caratteristici che dice di conoscere così bene...”
Lo osservai per qualche istante, con uno sguardo lievemente indagatore...
“Chissà se lo farebbe...” sussurrai “Chissà...”
Per qualche altro istante restammo così... in silenzio. E tra noi si udiva solo il rombo della macchina che sfrecciava veloce sulla stretta stradina in mezzo alla campagna...
Lo osservavo e mi chiedevo quanto sarebbe stato saggio rivelargli... mi chiedevo se mi avesse presa per matta, se avesse saputo tutto di me...
eppure stavamo andando a Sant’Agata di Gothia...
pensai che se, per caso, avessi raggiunto Capomazda con il preciso intento di andare poi là, avrei di certo faticato di più per trovare chi mi ci avrebbe accompagnata...
e invece ci stavo veramente andando...
ci stavo andando senza che lo avessi chiesto, senza che lo avessi ricercato...
e ci stavo andando con lui.
“Nel mio lavoro...” dissi ad un tratto, senza preavviso “Mi capita di leggere molto, di documentarmi... e... e, per l’ultimo lavoro, mi è capitato di leggere molto su Sant’Agata di Gothia... davvero molto... ed è per questo che...” esitai “E’ per questo che sono eccitata e spaventata all’idea di arrivarci...”
Sorrisi, come a voler smorzare la mia tensione.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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