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Vecchio 06-06-2013, 01.37.57   #1417
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ci sono molti modi per giungere a Chanty.
L'anonimo musicista fiorentino, grazie al quale noi tutti viviamo questa storia, passeggiava fra quei girasoli mentre componeva una suonata per la sua amata suora.
Il ricco Nicola Bivo vi giunse mentre era in cerca di uno spiedo particolare da usare nella sua affollata osteria.
Due amati giullari conobbero quel lontano asilo dopo aver imboccato per sbaglio una strada isolata, risvegliandosi poi il giorno dopo in una sconosciuta locanda.
Lalo invece si ritrovò in quel luogo seguendo le indicazioni dategli da un'amica, riguardo ad una grande piazza a lui ignota.
Enzo, straordinario giocoliere ed alfiere, ebbe un giorno un invito inatteso, da parte di nobilissimi signori, proprio per quelle leggendarie terre e che in dono gli offrirono una veste d'oro gigliata.
Robert de' Taddei, poi, arrivò a Chanty, si narra, mentre inseguiva una delle sue tante amanti e vi si trattenne il tempo di un duello con il marito di una di esse.
Anche se, nel frattempo, conobbe il suo grande amore.
E molti altri, in modi fantasiosi, avventurosi, romanzeschi, fiabeschi e grotteschi approdarono in quel suggestivo scenario.
Si, ci sono molti modi per arrivare a Chanty.
E chi continuerà a vivere e a leggere potrà vederne altri ancora.
Perchè c'è sempre un modo per arrivare a Chanty...



La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty

Terza Parte


Capitolo I: Chanty

“Arrivando in treno da Dresda, si passa prima per Zenda, cittadina tra dolci colline dominata dal castello fortificato del Duca Michele il Nero (dove, per qualche tempo, fu tenuto prigioniero il futuro re Rodolfo IV). Poi si giunge a Strelsau, la capitale, ricca di stradine storiche e pittoresche (di notte non molto sicure) come la Konigstrasse, dove viveva Rupert di Hentzau, pericoloso spadaccino.”

(Anthony Hope, Il prigioniero di Zenda; Rupert di Hentzau)



Ad un tratto Masan, avvicinandosi alle spalle di Clio, afferrò la ragazza per le braccia, come a volerla tranquillizzare.
Infatti lei appariva scossa da quella situazione.
Le parole del vecchio frate avevano stravolto la sua capacità di giudicare e valutare le cose.
Masan le strinse le braccia per farle sentire la sua presenza.
“Clio...” disse poi, quasi a volerla far tacere “... non credo che questo frate ci stia parlando dell'Inghilterra medioevale...”
Il vecchio li fissò.
“Dove ci troviamo?” Chiese Masan. “E in che anno viviamo?”
Il vecchio continuò a guardarli.
“Chi siete voi?” Domandò. “E da dove venite?”
“Siamo viaggiatori...” rispose Masan “... anzi, cercatori... ma credo siano più importanti le mie domande ora...”
“Siamo nell'Anno del Signore 1513...” disse il vecchio frate “... e questo è il regno di Chanty... il principe di cui domandavate è Sua Altezza Lord Ardena.”
Masan restò profondamente turbato.
Clio sentì le mani di lui, che ancora stringevano le sue braccia, serrarsi per un momento.
“Ma cosa sta dicendo questo frate?” Quasi ridicolizzandolo Solder. “Si sta prendendo gioco di noi! O forse è solo un povero pazzo!” Annuì. “Si, un pazzo! Magari è stato rinchiuso qui perchè furioso! Si, un pazzo furioso!”
“Come si esce da questo posto...” fissando il frate Masan “... come?”
Il frate allora si avvicinò all'ingresso.
“Per di qua...” indicando la sua sinistra.
Masan oltrepassò l'ingresso e dopo alcuni metri si ritrovò all'uscita di quella interminabile galleria.
Fu subito accecato dalla luce del nuovo giorno.
I suoi occhi, come quelli di Clio e di Solder non erano più abituati alla luminosità del Sole.
Solder lo raggiunse e spinse con sé anche Clio, che appariva ancora scombussolata.
E appena i loro occhi si abituarono alla luce del Sole, uno straordinario scenario si mostrò davanti a loro.
Una terra sconosciuta, dai tratti quasi fiabeschi, dominava ogni cosa.
Una terra che non era più né Sant'Agata di Gothia, né qualsiasi altro luogo a Capomazda.


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