Capitolo II: La Guerra delle chiese
“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì tantissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.”
(Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver)
Così, Clio, Masan e Solder raggiunsero finalmente quel casale.
Si trattava di un grande edificio, in muratura con conci di pietra solo grossolanamente squadrati, circondato da un giardino molto ben tenuto e da alti cipressi che lo cingevano come un atrio colonnato.
Un breve vialetto conduceva ad un piccolo portico di legno ricoperto da rampicanti e dal quale pendevano quattro piastrelle raffiguranti le stagioni.
“Non c'è traccia di asfalto in giro” disse Masan “e non si vede neanche un elettrodotto in lontananza...”
“Del resto siamo in aperta campagna.” Replicò Solder.
“Può darsi...” fece Masan, per poi entrare nel vialetto che conduceva all'ingresso del casale.
E giunto alla porta, bussò.
Qualche istante dopo qualcuno aprì.
Era una donna e restò turbata nel vedere quei visitatori.
“Chi siete?” Chiese, senza smettere di fissarli.
Indossava abiti molto diversi da quelli che i tre erano abituati a vedere ed il suo accento non era certo quello conosciuto a Capomazda.
“Siamo...” mormorò Masan “... siamo viaggiatori, signora... veniamo da molto lontano... non conosciamo queste terre e siamo in cerca di un posto in cui sostare... naturalmente abbiamo intenzione di pagare...”
“Aspettate, per favore...” e rientrò.
“Sembra una bigotta!” Esclamò Solder. “Cosa aveva poi? Sembrava aver visto un fantasma!”
“Fino a quando non capiremo dove siamo finiti” fissandola Masan “la pregherei di tenere a bada il suo sarcasmo... potrebbe darci noie...”
“Dove vuole che siamo finiti?” Sbottò la dottoressa. “Sicuramente in qualche regione oltre i confini di Capomazda. O forse crede davvero di essere nel XVI Secolo?”
Ma in quel momento qualcuno apparve sulla porta.
E non era la donna che aveva aperto in
precedenza.
Ora c'era un uomo, robusto e di alta statura.
Anche lui indossava abiti strani, che sembravano richiamare i tratti di un'uniforme militare.
“Chi siete?” Domandò ai tre.
“Abbiamo parlato con una donna...” fissandolo Masan.
“E' mia moglie.” Disse il militare.
“Ecco, siamo viaggiatori e...”
“Si, mi ha detto di voi.” Lo interruppe il militare.
“Cerchiamo un posto per riposare, almeno per qualche ora...” spiegò Masan “... naturalmente vogliamo pagare. Se poi è troppo disturbo, allora ci indichi un albergo e le saremo grati.”
Il militare li guardò con attenzione.
“I vostri abiti e il vostro modo di parlare...” mormorò il militare “... sono strani... da dove venite?”
“Da Capomazda.” Rispose Masan.
“Capomazda?” Ripetè il militare. “Mai sentito questo nome.”
Masan si voltò a fissare Clio e Solder.
“Comunque” continuò il militare “qui vicino non troverete alberghi o locande. Solo una piccola chiesa andando verso Sud. Se vi affretterete non impiegherete molto a raggiungerla. Forse il curato potrà aiutarvi.”
“Non possiamo lasciarli andare così...” disse la moglie da dietro la porta socchiusa alle spalle di lui “... ci sono i Rossi in giro per queste strade...”
Il militare allora li fissò.