Prima di andare col servo di Oriana, Masan si avvicinò a Clio e prese la sua mano.
“Forse dovremmo restare uniti, Clio, non dividerci...” disse piano “... non conosciamo questo luogo e questa gente... e mi sento più al sicuro se restiamo tutti insieme...”
Si avvicinò allora Solder.
“La lasci perdere.” Con disprezzo. “Magari troveremo il modo di tornare nel nostro tempo, senza ritrovarci dietro questa ragazzina viziata. E' bastato un abito e qualche gioiello per farle montare la testa. Ora andiamo a trovare quel sarto.” Ed uscirono col servo.
“Andiamo,Clio.” Disse allora Oriana.
Le due uscirono così per la città.
Fisyem era una città baciata dal Sole e dal fresco vento che cingeva le colline circostanti.
La pietra rossa con cui le case, i palazzi e le chiese erano costruiti, col vivace riverbero del meriggio, sembrava assumere tonalità particolarissime, come se i riflessi e le ombre giocassero a rincorrersi sui muri.
Ad un tratto alcuni giovinastri si avvicinarono alle due donne.
Cominciarono così a motteggiare con rime e versi licenziosi.
Con un linguaggio scurrile e volgare.
“Oh, ma lasciateci in pace!” Urlò Oriana.
Ma quelli in cerchio camminavano intorno alle due.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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