Alzai gli occhi e, ancora una volta, incontrai quelli dell'uomo.
Quel lieve contatto mi diede sicurezza. Era strano l'effetto che avesse quell'uomo su di me: la sua mano, il suo sguardo, la sua voce... per un momento credetti di potermi fidare.
Ma sapevo bene che non era così, che dovevo stare all'erta.
E, infatti, la voce di Solder cancellò ogni cosa.
Ridivenni rigida e distante, anche verso Masan.
"Oh, ma davvero? Dal sarto? Troverete il modo di tornare indietro?" risi appena, Solder era diventata davvero insopportabile "Dato che quando si rivolge a me infila un insulto ogni tre parole, pensavo fosse contenta di starmi lontana.." dissi guardando, forse per la prima volta, la donna con occhi duri e implacabili "..e non dia la colpa a quest'abito.. non andavamo d'accordo nemmeno prima.." sbottai.
Scossi la testa, e trattenni la mano di Masan per un momento.
Mi avvicinai, il suo viso era così vicino che potevo sentire il suo respiro.
Lo guardai ferma, cercando i suoi occhi con i miei, e sussurrai talmente piano, che nemmeno Oriana avrebbe sentito.
"Lei lo sa, vero, che non è mia abitudine starmene buona e zitta quando vengo ripetutamente insultata?" respirai piano "..non sono esattamente una ragazzina..".
Rilasciai la mano di Masan e lo osservai allontanarsi insieme a Solder.
"A più tardi.." dissi, senza curarmi che mi udissero o meno.
Dovevo calmarmi, non potevo permettermi di perdere il controllo. Ma non ero abituata a nascondermi nè a fare falsi sorrisi.
L'antipatica verità mi era sempre piaciuta di più.
Mi chiesi se Masan fosse subito andato a raccontare a Solder di cosa gli avevo sussurrato all'orecchio, ma non m'importava.
Quel posto era davvero magnifico, e se, come io avevo sempre creduto, ogni cosa accadeva per una ragione, allora io avevo il dovere di comprendere quale fosse il mio ruolo in tutta quella storia.
Perchè Chanty? Perchè il XVI secolo? Perchè quel foglietto era capitato ai miei piedi?
Sospirai.
Perchè ero in compagnia di una donna tanto insopportabile?
Sorrisi.
Domande destinate a restare senza risposta.
Sentii madama Oriana che mi chiamava, mi voltai verso di lei, le sorrisi e la seguii.
La città era davvero bellissima e restai incantata nel passeggiare, commentando questo o quel particolare.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Ad un tratto alcuni giovinastri si avvicinarono alle due donne.
Cominciarono così a motteggiare con rime e versi licenziosi.
Con un linguaggio scurrile e volgare.
“Oh, ma lasciateci in pace!” Urlò Oriana.
Ma quelli in cerchio camminavano intorno alle due.
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Sbarrai gli occhi, e passai lo sguardo da un ragazzotto all'altro.
Di certo una donna come Oriana non era abituata a un tale linguaggio, e il suo disappunto le si leggeva in faccia.
Non che io amassi tale linguaggio, o avessi intenzione di permettere a quei giovinastri di parlarmi in quel modo, ma non era certo la prima volta che sentivo parlare così.
Ricordi lontani si affacciarono nella mia mente, e, senza accorgermene, scoppiai a ridere.
"Santo cielo, Paul.. c'è una ragazza!" disse ragazzo alto e moro, seduto sullo sgabello di un pub, guardando il giovane davanti a sé.
"Chi è il pazzo che porterebbe la ragazza in questo posto?" disse una voce alle loro spalle.
"Clio!" in coro i due ragazzi.
"Che c'è.." dissi guardandoli stupita "Ah.. parlavate di me?" scoppiai a ridere "...adesso? Dovevate pensarci.. vediamo.. una decina di anni fa?".
Mi sedetti su uno sgabello accanto a loro e presi un sorso dalla birra chiara di uno dei due.
"No, in effetti Clio non conta.." disse Ned sorridendo "Dai, vai avanti..".
Così, Paul finì il suo discorso, tra risate e prese in giro.
Poi, si voltò verso di me.
"Allora, sorellina.. scandalizzata?" disse, fingendosi serio.
"Io?" guardandolo di sottecchi "..ma è tutto qui?" alzai le spalle "...devo ricordarti di quando mi hai raccontato di quella volta che..".
"No, no, no.. va bene.. mi arrendo..".
Sorrisi. "Devo smetterla di frequentarvi.. o finirò per parlare come voi..".
"Perchè, non lo fai già?" intervenne Ned.
"Ah! Brutto.." dissi, colpendolo alla spalla.
"Dai, non dire così, non è vero.. sabato sera la nostra Clio sembrava quasi una ragazza.." ridendo Paul.
"Grazie, eh.." dissi, fingendomi offesa.
"E' vero.. vestitino, tacchi.. truccata di tutto punto.." disse Paul, strizzandomi l'occhio.
Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo.
"Vero.. dovevamo stare attenti che non ce la rubassero.. Non hai fatto conquiste? Insomma, sei stata tutta la sera con noi e Lucio", ribattè l'altro.
Scossi la testa, mentre un brivido mi attraversava la schiena. "Per chi mi hai preso? Sono una brava ragazza io.. " dissi sorridendo.
In quel momento, la mia ordinazione arrivò.
"Brindiamo allora, alla nostra migliore amica.. non cambiare mai.." disse Paul alzando il boccale.
".. E all'amore che, prima o poi, ce la porterà via.." gli fece eco Ned.
"Ma che avete stasera? Troppo Miele a colazione?" dissi sorridendo.
Tuttavia, alzai la birra e feci tintinnare il mio bicchiere contro il loro.
I miei ragazzi, i miei fratelli. Mi ero detta mille volte che avrei dovuto frequentare gente migliore. Ma poteva esistere gente più genuina e vera di loro? Le mie compagne di università che pensavano solo a uomini e vestiti? No, non facevano per me.
Li adoravo, erano la mia famiglia, e non li vedevo da troppo tempo.
Certo, dopo quello che avevo combinato le cose erano diventate complicate.
Scossi la testa, ci stavo pensando troppo spesso, ultimamente.
I giovinastri erano ancora intorno a noi, ci avevano "accompagnato" mentre la mia mente viaggiava nei ricordi.
Guardai Madama Oriana, e le posai delicatamente una mano sul braccio.
"Zia, se permettete.. da dove provengo un linguaggio del genere, purtroppo, è fin troppo usuale.. Andate pure avanti senza di me, vi raggiungo immediatamente.
Mi fermai, guardai quello che sembrava il più sveglio, e gli risposi per le rime.
Considerano l'epoca in cui mi trovavo e l'abito che indossavo, decisamente non se l'aspettava.
"Ora che avete avuto il vostro momento di gloria, che le vostre parole oscene ci perseguiteranno per il resto della vita.." dissi sorridendo avvicinandomi ad uno dei ragazzi "..Levatevi dai piedi.." dissi guardandolo, ferma e decisa "Ora!".
La tentazione di colpirlo fu davvero tanta, ma era poco più che un ragazzino.
Eppure, nell'accingermi a raggiungere Madama Osana, gli feci un rapido sgambetto, facendolo ruzzolare a terra.
"Oh, dovete perdonarmi, messere.." dissi ridendo, mentre annaspava nella terra.
Fu l'unico momento in cui apprezzai il fatto di non avere le strade in cemento.
"Andate a tampinare qualcun altro, ragazzi.." dissi ridendo.
Mi affrettai a raggiungere Madama Oriana.
"Tutto bene, zia?" dissi gentilmente alla donna "Che razza di mascalzoni..".