Ad ascoltare il racconto di Clio, ma soprattutto davanti a quel biglietto e alla spilla, Oriana trasalì.
I suoi occhi chiari ripresero il loro naturale splendore ed un sorriso increspò il suo viso che, nonostante l'età non più giovanissima, mostrava ancora i tratti e i segni di una bellezza delicata, pulita e solare, come le donne che i pittori di quelle terre amavano raffigurare un po' ovunque.
“Perchè...” disse poi fissando la ragazza “... perchè non me ne hai parlato subito? Questa è la sua scrittura, la riconosco... e la spilla non mente... è l'emblema del suo casato...” si alzò allora in piedi come morsa da un'inattesa eccitazione “... siamo solo due donne noi...” aggiunse “... ma possiamo far sapere ad altri che lui non è andato via... non ha lasciato il suo regno ed il suo popolo... vieni con me, Clio...”
Uscirono così da quel giardino e imboccarono una piccola stradina laterale, che seguiva il dorso di un dolce colle su cui quel lato della città sorgeva.
Arrivarono da lì ad uno spiazzo, poco distante dalla casa di Oriana, dove sorgeva una chiesa, sulla cui facciata vi era un mosaico di Sant'Andrea che portava in spalla la sua Croce.
“Vediamo se c'è Padre Roberto...” fece Oriana.
Entrarono allora nella chiesa e raggiunsero il transetto, dal quale si accedeva alla sacristia.
Lì vi era un prete, intento a sistemare alcuni messali.
“Padre...” avvicinandosi a lui Oriana “... guardate qui...” mostrandogli il biglietto e la spilla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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