Guisgard e Talia, così, scesero dalla corriera e presero a camminare nella direzione che il mezzo avrebbe dovuto seguire se il suo viaggio fosse proseguito senza quell'incidente.
Il posto era incantevole e la natura verdeggiante e luminosa.
Fra gli alberi che contornavano la strada si udivano cantare uccellini e vibrare le foglie al fresco alitare del vento, che rendeva l'aria pulita e il cielo di un azzurro terso.
“Adoro questi luoghi tra le colline e le pendici dei monti...” disse Guisgard a Talia “... c'è sempre qualche borgo addormentato, i resti di un'antica torre o i ruderi di qualche castello Longobardo, Normanno o Angioino... io credo che questi luoghi, questi scenari sappiano essere romantici e sognanti come pochi altri... basta saperli osservare e poi scegliere... non so, ma il camino di un agriturismo o di una taverna... magari in una freddissima sera d'Inverno, forse il più freddo Inverno degli ultimi anni, mi sembra una cosa fantastica... giungere lì e trovare i proprietari un po' delusi... prenotare allora tutti i tavoli vuoti, farsi servire qualcosa di speciale, mangiarlo davanti a quel camino acceso... e magari poi fare l'amore proprio lì, a terra, scaldati dal fuoco che brucia e dalla passione...” le sorrise “... ma forse questo genere di cose per voi scrittori sono normali... si, voi dovete sempre immaginare grandi emozioni, scene particolari, fughe impossibili di amori travagliati... chissà, magari davanti a quel cammino possono essere arrivati due amanti in fuga...” le fece l'occhiolino.
All'improvviso il cielo cominciò a coprirsi, fino a mostrare bagliori lontani.
“Credo che stia per mettersi a piovere...” mormorò Guisgard “... sarà meglio affrettare il passo...” prese Talia per mano e i due cominciarono a correre.
I lampi e i tuoni iniziarono a susseguirsi sempre con più frequenza.
Poi cominciò a cadere una leggera pioggerellina.
Che divenne poco a poco più intensa.
Guisgard coprì allora entrambi col suo giubbotto da aviatore, fino a quando trovarono riparo sotto un grande noce.
“Speriamo smetta presto...” fece Guisgard fissando il cielo grigio “... anche se ne dubito... e comunque non è molto sicuro restare sotto ad un albero nel bel mezzo di un temporale...” così ripresero a correre in cerca di un riparo migliore.
Intanto cominciò a far sera.
E solo quando era ormai buio, i due videro una luce in lontananza.
La raggiunsero e scoprirono che si trattava di una locanda.
“La Tinaia...” leggendo l'insegna di legno Guisgard.
Ed entrarono.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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