Accadde tutto così in fretta.
Il sorriso di Masan, le scale, quella melodia.
Allora ero nel posto giusto, pensai, rapita da quella musica.
Ma poi, quella voce, e gli uomini ci aggredirono.
Restai piacevolmente colpita dalla forza di Masan. Tentai di difendermi, ma erano in troppi e lo vidi cadere a terra.
Quando tornammo nel salone, degli uomini erano arrivati.
"Lasciatemi, dannazione.." Dissi spintonando l'uomo che mi teneva.
E poi, inaspettatamente, sorrisi vedendo che quei ritratti non erano stati sfregiati e i giovani rossi erano stati malmenati.
"Adesso basta, lasciatemi, dannazione ha bisogno di me.." Dissi divincolandomi.
Mi chinai su Masan e tentai di sostenerlo.
"Mi dispiace Hito.." Dissi con voce spezzata "..mi dispiace..".
Sentii uno degli uomini parlare, e mi voltai verso di lui, trasalii: era Giacomo il nero.
Mi voltai di nuovo verso Masan, nascondendo il viso. Non potevo permettere che mi riconoscesse, o madama Oriana ci sarebbe andata di mezzo.
Ero un'idiota: come avevo potuto pensare di sgattaiolare da sola in quel castello?
Eppure, non mi ero sbagliata, quell'ocarina suonava ancora, non potevo averla sognata.
Non potevo fare niente, restai immobile, accanto a Masan, temendo una reazione degli uomini.
E Masan non era nelle migliori condizioni.
Era tutta colpa mia.
Una parte di me si detestava per essere stata così incosciente, ma un'altra pensava che ero così vicina che sarebbe stato stupido rinunciare.
A quanto sembrava, però, non avevo scelta.
Ma di certo non mi sarei arresa, dovevo solo riuscire a capire quale fosse la strada migliore.
Ma in quel momento preciso, restai immobile e silenziosa, tenendo stretto Masan.
Ci mancava solo un altro gesto avventato.
Così, per una volta, ascoltai e pensai a ciò che potevo fare per uscire da quella situazione.
Il mio sguardo, per un momento, volò su quelle scale.
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