Yrko restò contrariato da quelle parole di Altea e fu sul punto di replicare, anche duramente, quando la porta di aprì all'improvviso ed apparvero alcuni uomini.
E a guidarli c'era Giacomo il Nero.
“Che razza di modi...” disse Yrko vedendoli entrare “... così si entra nelle sale?”
Giacomo non rispose nulla, limitandosi a lanciargli un'occhiata di rimprovero.
“E' stata una mossa molto stupida” mormorò poi “concedere il permesso a quei parassiti di dare una festa qui al castello.”
“Parassiti?” Ripetè Yrko.
“Si, quei nulla facenti.” Annuì Giacomo. “Quei parassiti che ingrassano e si insozzano per le strade.”
“E' la gioventù di Chanty!” Esclamò Yrko.
“Allora il paese è messo davvero male” replicò il Nero “se il suo futuro è rappresentato da simili esemplari, buoni solo ad ingozzarsi, ubriacarsi e accoppiarsi nelle taverne o negli angoli di strada come tanti ratti in calore.”
“La libertà” fece Yrko “è stata loro negata per troppo tempo dai chierici e dai nobili e ora...”
“Per favore.” Lo interruppe Giacomo. “Forse nei vostri comizi pubblici possono fare effetto queste assurdità, o nei raduni in cui sfamare il popolo ignorante di pane, olio e menzogne. Ma risparmiatemeli, vi prego. Abbiate rispetto per la mia intelligenza, come io rispetto la vostra.”
“Ma state parlando degli ideali della nostra fazione e...”
“Gli unici ideali” lo zittì il Nero “a cui la fazione mira sono quelli che possono portarla a scacciare il re e la Chiesa dalla tavola imbandita e sedersi al loro posto.”
Yrko lo fissò senza rispondere nulla.
“Comunque” fissandolo Giacomo “sono qui solo per dirvi che nessun altro deve avvicinarsi a questo castello. Nessuno che non siate voi, messer Guidox ed io. Chiunque altro troverò fra queste mura, lo giustizierò prima e lo farò processare poi.”
Yrko annuì.
Giacomo allora si voltò a guardare Altea.
“E liberatevi di questa donna.” Con disprezzo il Nero. “Limitatevi a frequentare le vostre compagnie nei bordelli, senza portarvele al castello.”
“Ma lei non è una...” mormorò Yrko.
“Non mi interessa cosa sia.” Disse Giacomo. “Non voglio nessuno qui al castello.”