Gem allora prese le mani di Elisabeth e le portò di nuovo su quella focaccia.
“Ricordo” disse “una pizzeria ai tempi della scuola... impastavano pizze di tutti i tipi e per tutta la mattinata, in modo che all'uscita di noi studenti il suo banco fosse imbandito di quelle leccornie... e noi poi facevamo la fila per poter averne una...” sorrise “... e mentre spezzavo quel lievito fra le mani, non so, ma mi sentivo sereno, spensierato... la scuola era finita e fino al giorno dopo eravamo liberi di fare tutto... è buffo, ma ad un ragazzino basta davvero poco per sentirsi il re del mondo... una pizzetta, un pomeriggio libero dai compiti... e chissà, forse anche la possibilità, così, di raggiungere la tipa della classe accanto che tanto sapeva far girare la testa...” guardò Elisabeth e le diede un pezzetto di quella focaccia “... non pensare più a ciò che è stato... ora siamo qui... e dobbiamo cercare di capire come poter ritornare nel nostro tempo... e forse la soluzione è proprio legata a quella statua di cui parlavi... magari quella somiglianza che tu hai notato con Robert de' Taddei non è casuale... non so... ma una strana idea mi sta balenando in testa... assurda, si... eppure non riesco a scacciarla...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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