Stanco per un viaggio che non avrei creduto così spossante, cerco ristoro nella taverna che un brav'uomo di questa ridente città ha suggerito alle mie membra stremate. Il mio stupore presto si trasforma in piacere nel prendere atto che la dama che tanto gentilmente mi ha dato il benvenuto in queste terre partecipa all'allegro convito che sembra tenersi in atto. Non credo di avere il diritto di entrare nella discussione in corso, dopotutto sono appena arrivato e la discrezione è d'uopo, mi limito ad avvicinare l'oste apostrofandolo con parole che spero essergli gradite:
Generoso Signore, vogliate permettere una parola. Si dice che di incomparabile freschezza e bontà sia il nettare che i vigneti di Camelot producono, tale forse per eccellenza solo al pane croccante che i suoi forni plasmano. Non c'è nulla che mi farebbe più lieto che poter avere un assaggio di entrambi.
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