La carrozza di Carlo di Monsperon giunse così a Fisyem.
Guisgard e Talia osservavano l'architettura rinascimentale di quella città, così sontuosa, armoniosa e caratteristica.
La capitale però appariva particolarmente vivace ed animata da una moltitudine di persone che affollava strade e piazze.
“Avevamo dimenticato il Palio...” disse il barone di Sanion.
“Già, è vero...” annuì Carlo.
“Di cosa si tratta?” Chiese Guisgard.
“E' la festa più importante del regno” spiegò Carlo “dedicata all'Assunta. Le contrade che formano Chanty si contendono la vittoria, ciascuna portando in una giostra il suo campione.”
“Questo ora sarà un problema.” Fece Sanion.
“Un grosso problema.” Ribadì Carlo.
“Perchè?” Domandò Guisgard.
“Perchè anche Sua Maestà” rispose Carlo “partecipava al Palio... e giostrava con i colori della Pantera...”
“Se vedranno Guisgard” mormorò Sanion “tutti chiederanno di vederlo giostrare.”
“Già...” scuotendo il capo Carlo.
“Mi spiace, ma non credo di essere in grado di usare la lancia...” scuotendo il capo il Taddeide.
“La giostra del Palio si tiene con le spade.” Disse Carlo. “Grossi spadoni di legno. Ma la sostanza non cambia.”
“Spade?” Ripetè Guisgard. “Beh, allora le cose cambiano. Sono un discreto spadaccino.” Sorridendo.
“Non siate sciocco...” fissandolo Carlo “... quelli sono cavalieri esperti.”
“Però” osservò il Capomazdese “se io partecipassi a quel Palio nessuno poi potrebbe obiettare o avere dubbi sulla mia identità. E questo ci risparmierebbe un bel po' di lavoro. E poi sono spade di legno, no? Al massimo potrei beccarmi qualche livido.”
“Sono armi comunque.” Replicò Carlo. “E alla giostra partecipa anche Yrko di Bumin.”
“Chi sarebbe?” Chiese Guisgard.
“Uno dei nemici della Corona” spiegò Carlo “e uno dei cavalieri più temibili. Di certo non si lascerà sfuggire la possibilità di battere il principe. E magari non si limiterà solo a batterlo.”
“Sappiamo che sarà una cosa difficile questa nostra recita” disse Guisgard “e non credo che i rischi si limiteranno a questa giostra. Perciò, sono dell'idea di partecipare. Così nessuno dubiterà di me.”
“Una giostra non è uno scherzo.” Lo ammonì Carlo.
“Io credo” ridendo Guisgard “che siano un po' come le partite di calcio del XXI secolo... e non sempre il favorito batte lo sfavorito... ad esempio, nel campionato di calcio hanno fatto retrocedere la squadra della Juventus per favorirne un'altra, quella dell'Internazionale... eppure, contro ogni pronostico, sono risaliti in categoria superiore allestendo una squadra formidabile che ha rivinto gli scudetti tolti loro in precedenza a favore dell'altra...”
Carlo e Sanion lo guardarono confusi.
“Lasciamo perdere...” sorridendo Guisgard “... è una storia lunga, ma che testimonia come le ingiustizie esistano in ogni epoca... però, come la Juventus insegna, che viene fatto fuori con l'inganno ha poi la possibilità di rifarsi... un po' come per il vostro re, no? Solo che ora tocca a me prendere le sue difese.”
“C'è un problema...” guardandolo Sanion “... il cavallo della Pantera si lascia cavalcare solo dal principe Ardena... forse possiamo ingannare gli uomini, ma quell'animale saprà riconoscere che non siete il suo padrone...”
“Si, è vero.” Confermò Carlo.
“Deve esserci un trucco...” mormorò Guisgard.
“Trucco?” Sorpreso Carlo.
“Si, solitamente quando un cavallo fa così, esiste sempre un modo per cavalcarlo. Anche perchè è stato comunque domato immagino... come la leggenda di Alessandro il Grande ed il suo cavallo Bucefalo...”
“Se c'è” disse Carlo “di sicuro Sua Maestà non lo ha svelato mai.”
“Forse potrebbero aiutarci i contradaioli...” pensieroso Guisgard “... facciamo così... entreremo in città e voi” fissando Carlo “annuncerete al popolo che Sua Maestà parteciperà al Palio... mentre io, Talia e il barone raggiungeremo gli altri della Pantera...”
“E se non riuscirete a cavalcare quel cavallo?” Inquieto Carlo.
“Pregate la Vergine Assunta che invece ci riesca.” Rispose il Capomazdese.
La carrozza allora raggiunse la piazza e Sanion portò Guisgard e Talia nel padiglione della Pantera.
Carlo invece raggiunse il podio principale.
“Popolo di Chanty...” proclamò “... oggi è un gran giorno! E' il giorno del Palio, la festa più amata e importante del regno! Perchè questo è ancora un regno!”
“Chi è quell'uomo?” Chiese Giacomo a Guidox.
“Un certo Carlo di Monsperon...” rispose l'altro “... un fedele del re... mi chiedo cosa voglia ora qui... sono mesi che si è auto esiliato nel suo castello di campagna...”
“E in questo giorno gioioso” continuò Carlo “non poteva restare lontano il vostro principe... si, Sua Maestà è qui! Il principe Ardena è tornato! E ha scelto questo giorno per farlo! E giostrerà con i colori della sua contrada!”
E dopo un attimo di smarrimento, un boato scosse la piazza, soprattutto dalla platea occupata dalla gente della Pantera.
Il popolo era raggiante, mentre Guidox, Giacomo e i loro compagni restarono ammutoliti.
La stessa reazione ebbe nel campo Yrko.
E questa notizia del ritorno del principe fu colta anche da Elisabeth e da Gem che si trovavano vicini a Guidox.
E anche da Clio che invece assisteva al Palio da un luogo appartato tra i padiglioni.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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