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Vecchio 23-07-2013, 14.23.00   #1942
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Aiutai la madrina del principe a pulirgli la ferita, passandole ciò di cui aveva bisogno, in modo che non dovesse spostarsi.
Notai con un sorriso doloroso la delicatezza con cui lavava e fasciava la ferita.
Pensai che doveva tenere molto a lui, e le augurai silenziosamente che anche lui provasse lo stesso.
Quando finalmente la ferita fu pulita e bendata, restai in silenzio, leggermente dietro la dama di cui ignoravo il nome, quasi mi sentissi di troppo.
Osservai per un momento il viso addormentato del principe.
Era davvero quello il viso che non riusciva a svanire dalla mia mente, per il quale ero pronta a rischiare tutto?
Masan aveva ragione, come potevo essere così legata ad un uomo che nemmeno conoscevo? Come poteva essere così importante per me?
Ma ora era lì, davanti a me, e poco prima avevo avuto uno sguardo di quegli occhi indelebili solo per me.
Scossi la testa, stavo delirando.
Ma poi un mormorio mi destò da quel pensieri assurdi.
Era lui, stava dicendo qualcosa.
Le sue parole mi arrivarono distintamente, nonostante il caos.
Mi pietrificai.
Avevo sentito bene? Le aveva dette davvero quelle parole?
A giudicare dallo sguardo della donna accanto a me, sembrava di sì.
Non potevo crederci, se quell'uomo non era Lord Ardena, allora lui era ancora imprigionato.
Una luce rabbiosa attraversò il mio sguardo: noi avevamo abbassato la guardia, avevamo smesso di cercare il principe.
Forse qualcuno aveva messo in dubbio le mie parole, prendendomi per matta.
Ero furiosa, offesa e sconcertata.
Come avevano potuto pensare di prendersi gioco di noi?
Era una strana specie di piano o quell'uomo era un impostore?
Ma più di ogni altra cosa ero terrorizzata al pensiero che il principe si trovasse ancora imprigionato.
Senza che potessi controllalo, gli occhi mi si riempirono di lacrime, li chiusi con forza, per evitare di piangere.
Cosa gli avrebbero fatto ora? Si sarebbero vendicati su di lui per la morte di Yrko?
In quel momento dimenticai tempo e spazio.
E iniziai a parlare, tra me e me, nella mia lingua natia.
Ero troppo sconvolta per tradurre i miei pensieri.
E, infondo, l'idea che nessuno mi capisse non mi dispiaceva.
"Lo sapevo!" Sussurrai, in inglese "Non sono pazza!".
Alzai gli occhi dal viso dell'uomo per un momento "..Lui è ancora prigioniero..." Mormorai con voce tremante "Lui..".
Mi bloccai, sentendo lo sguardo della donna che lo aveva curato su di me.
La guardai con gli occhi spalancati, che volevano trasmettere tutte le emozioni che mi stavano attraversando.
Trassi un profondo respiro e mi costrinsi a parlare nella sua lingua, perché mi capisse.
"Perché?" Sussurrai guardando la donna negli occhi "stavamo facendo il possibile...".
Ma non era quella la domanda che più mi assillava.
No, cominciavo a mettere insieme i pezzi, anche se probabilmente era una follia.
"Chi è?" Dissi piano, voltandomi nuovamente verso la donna, in modo che solo lei sentisse.
Esitai per un momento, poi dissi "È un de' Taddei, vero?" Scossi la testa "...non sono occhi che si dimenticano facilmente, né che si trovano dappertutto..".
Sospirai "Se non corro a chiamare Ippio e gli altri è solo perché sono in debito con uno di loro.. Anche se non può essere lui, sarebbe..." Dossi la testa "...non importa..".
Guardai la donna negli occhi "Ma vi prego di dirmi la verità.." Sorrisi "Semplice o assurda che sia..".
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