Notai l'espressione della donna quando nominai la mia terra con la più moderna denominazione.
Forse, allora, aveva capito che non solo non appartenevo a quella terra, ma nemmeno a quel tempo, ma l'avrebbe capito solo se anche lei veniva dal mio tempo, o comunque da un secolo diverso.
Ma non c'era tempo per parlare di quello, Giacomo il Nero era intenzionato a portare via quell'uomo.
Immaginavo che mi avrebbe riconosciuta, tuttavia non temevo le sue parole prevedibili, avevo raccontato ai contradaioli della festa e della conversazione con il Nero, e li avevo avvisati che mi riteneva una giovane rossa.
Lo guardai con disprezzo e durezza, quando Ippio si fece avanti in mia difesa.
Stavo per ribattere, quando la madrina del finto principe prese la parola.
Ma nemmeno a lei Giacomo volle dare retta, come poteva essere diversamente?
Un uomo come lui che ascolta le parole di due donne? Nel XVI secolo?
Ma in quel momento entrò qualcuno, erano due uomini e una donna, presentata come medico.
Non riuscii a trattenere un sorrisetto ironico, persino una donna medico, Giacomo il Nero avrebbe perso la testa.
Ma nel XXI secolo non era certo una rarità, anzi, e non mi scomposi minimamente.
"Avete il vostro medico, messere... È il parere di un medico che conta, l'avete detto voi stesso... Voi non lo siete, così come non lo siamo noi..." Dissi guardando lo spadaccino negli occhi con un'espressione dura e gelida.
"Vi prego, Milady..." Dissi poi alla donna "Da questa parte.. Vi prego... Diteci di cosa avete bisogno, ve lo porteremo immediatamente.." Continuai ignorando completamente gli ordini che il Nero aveva dato ai suoi uomini.
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