Talia, come suggeritole da Elisabeth, si avvicinò al letto in cui si trovava Guisgard.
Carlo e Sanion, invitati dallo sguardo della madrina del Palio, fecero altrettanto.
Giacomo invece si appartò, restando presso l'ingresso del padiglione, in attesa di conoscere il nome del suo ostaggio.
A lui si avvicinarono, per uscire dal padiglione, Elisabeth e Gem.
“Recatevi al palazzo” disse il Nero alla dottoressa “e saluterete voi stessa messer Guidox, visto che, come dite, lo conoscete bene. Io ho l'ordine di portare il principe dai Rossi. O lui o la sua madrina. Il resto non è affar mio.”
Clio, intanto, era rimasta ancora presso il capezzale del principe, nonostante le parole di Elisabeth.
“Non potete andare con quell'uomo...” disse Carlo a Talia “... è fuori discussione. Sarete solo un ostaggio da inserire in una trappola costruita ad arte per il principe.”
“Ma cosa fare allora?” Chiese Sanion.
“Non lo so...” scuotendo il capo Carlo “... non lo so...”
“Forse l'unica soluzione è dare al Nero il suo ostaggio...” mormorò allora il barone.
“Come sarebbe?” Fissandolo Carlo.
“Dare un ostaggio al posto di lady Melicha...” usò questo nome il barone a causa della vicinanza di Clio a loro.
“E credete che il Nero lo accetterà?”
“Si, se lo crederà essere lady Melicha.” Annuì Sanion.
“Non abbiamo un suo sosia.” Fece Carlo con una punta di ironia.
“Non occorrerà...” disse Sanion “... avrà la testa coperta da un cappuccio...”
“Ma poi una volta giunto al Palazzo Reale, il Nero scoprirà tutto...”
“Si, ma noi avremo guadagnato tempo nel frattempo...” sentenziò il barone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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