Cittadino di Camelot
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Ringraziando con un caldo sorriso la dottoressa, ero entrata nel padiglione.
E mi ero avvicinata a Guisgard lentamente.
La dottoressa, giunta lì, si era poi tirata discretamente indietro ed era uscita, la sentii parlare con Giacomo fuori dal padiglione, ma non distinguevo le parole...
Io rimasi in silenzio a lungo, osservando Guisgard... aveva un colorito più sano, adesso, e vederlo in quel modo, fasciato con cura, mi fece sentire più tranquilla.
C’era rimasto un poco di sangue sulla sua pelle... quasi meccanicamente ci passai una mano, pulendolo.
Carlo e Sanion intanto parlavano... poi prese la parola la ragazza inglese, che era rimasta di appena mezzo passo indietro.
Io non dissi niente per lunghi minuti... i miei occhi erano fissi sul volto di Guisgard.
Infine sospirai appena...
“Sono d’accordo...” iniziai a dire pianissimo, in modo che solo le tre persone intorno a quel tavolo con me potessero udire “Sono d’accordo... con... Clio, giusto?” rammentando il nome che la dottoressa aveva usato.
“Sì, sono d’accordo con Clio... e... oh, non temete...” soggiunsi poi, notando lo sguardo sconcertato di Carlo “Sono sicura che ci possiamo fidare di lei. Siete sulla stessa barca, in fondo... volete tutti la stessa cosa: liberare il principe e salvare Chanty. Quanto a me...”
Esitai per un istante...
quanto a me, voglio solo che quest’incosciente stia bene... pensai, scrutando il volto di Guisgard.
“Quanto a me...” ripresi poi a dire “Penso che non vi sia scelta: Giacomo vuole me... e concordo con Clio nel credere che non sarebbe facile far passare chicchessia per me ai suoi occhi... e concordo anche nel credere che non sarebbe giusto! Certo... evidentemente è una trappola... ma, se Giacomo e questo Guidox vogliono arrivare in fondo a questa storia, io penso che avranno bisogno di tenermi in vita... e quindi non penso che correrò grossi rischi... almeno nell’immediato futuro.”
Tacqui per un istante e poi mi voltai verso Carlo...
“Vi rammento che il brillante piano che ci ha portati a questo punto era vostro...” dissi senza complimenti “...vostro e...”
i miei occhi tornarono su Guisgard, allora... lo osservai per un istante, sfiorandogli i capelli sulla tempia...
“...era vostro e del nostro baldanzoso principe, qui!”
Sospirai, e di nuovo alzai gli occhi su di loro...
“Io ero contraria, invece... la ritenevo una follia. Ed in tutta onestà, la ritengo ancora una follia! Ma Giacomo ha parlato chiaro: vuole me o lui... e dal momento che... beh, andrò io!”
Li fissai tutti e tre...
“E questo è tutto! Questo ci darà abbastanza tempo perché lui si rimetta, spero... e perché voi troviate il vostro principe! Ho deciso, quindi, e non mi farete cambiare idea... perciò è inutile discuterne! Potreste... beh, immagino che potreste farmi seguire da qualcuno quando andrò con Giacomo, se non vi sarà di troppo disturbo... perché quando sarò là, potrei trovare il modo di comunicare con l’esterno, magari... dirvi ciò che scopro... o potrei... potrei trovare il modo di scappare...” sorrisi appena, ma fu un sorriso teso.
Passò qualche altro istante...
silenzio...
poi, lentamente, feci mezzo passo avanti e mi chinai su Guisgard...
“Ehi, cavaliere... mi senti?” sussurrai, vicinissimo al suo orecchio “Sei stato valoroso, sai? Hai vinto il Palio... ed io devo ammettere che... beh, che avevi ragione tu: li hai battuti tutti. Ed io sono molto fiera di te... molto!” esitai “Sei... sei stato ferito, però... un po’... ma poi sei stato curato... da una dottoressa... da una dottoressa molto brava e te la caverai, lo so! Devi... devi promettermi che te la caverai! Voglio dire... come... come faccio a tornare da sola a casa? Non posso... tu lo capisci... ho... ho bisogno di te. E poi... e poi, immagini Kuon? Mi farà la pelle se non ti riporto a casa... lo sai, vero?” tacqui ed inspirai profondamente, appoggiando la fronte alla sua tempia e sfiorandogli i capelli...
“Senti, Guisgard...” mormorai poi, di nuovo pianissimo al suo orecchio, così che nessuno, se non lui, potesse udire “Ci dobbiamo salutare, adesso... per un po’. Io devo... devo andare in un posto... ma... andrà tutto bene, vedrai... e ci rivedremo presto. E... e, quando ci rivedremo, magari mi offrirai quel pranzo famoso...” sorrisi tristemente, poi mi tolsi la sottile collana che avevo al collo e la misi intorno al suo “Questa era di mia nonna... me la mise da piccola e mi disse di non toglierla mai, che mi avrebbe portato fortuna e... beh, a me ne ha portata molta: mi ha fatta trovare in mezzo a quella sparatoria quel giorno, con un tizio un po’ matto che poi, chissà come, è riuscito a portarmi fin qui... ora... ora, magari ne porterà anche a te, e ti farà guarire...”
Tacqui ed inspirai profondamente...
dovevo andare e lo sapevo: Giacomo non sarebbe stato buono ancora a lungo...
così posai un bacio sulla guancia di Guisgard e poi mi rialzai, voltando di volontà le spalle al tavolo.
“Clio, grazie!” dissi alla ragazza che era appena poco distante “Grazie di tutto... dell’aiuto e delle tue parole! Resta ancora un po’ con lui, ti prego...” accennando a Guisgard “E, se puoi... se puoi, evita che faccia sciocchezze, quando si sveglierà!”
Le sorrisi appena, poi mi voltai verso Carlo...
“Sono pronta, milord... volete accompagnarmi fuori, prego?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
Ultima modifica di Talia : 25-07-2013 alle ore 14.30.34.
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