Carlo annuì a quelle parole di Clio, per poi stringerle la mano.
Bisognava ora solo conoscere la decisione di Talia, se andare con Giacomo oppure no e dare ascolto alle proposte di Sanion.
La campagna era adagiata in quella tenera e verdeggiante valle, sorretta e racchiusa da dolci colline, che con le merlate torri, i rustici casali e gli austeri cipressi sembrava tendere al cielo.
E in quel fiabesco scenario, dai tratti incantati, Guisgard percorreva la stradina che verso il crepuscolo mutò in sentiero, fino a condurlo davanti ad una piccola cappellina.
E qui vi era un frate intento a dar da mangiare ad alcuni gatti.
“Frate Nicola...” disse Guisgard vedendolo.
Il frate si voltò senza rispondergli nulla.
I tratti non erano i suoi, ma lui sentiva che quello era il suo maestro.
“Tuo zio è dentro, a pregare...” mormorò indicando la cappellina “... ma tu non puoi entrare...”
“Perchè?”
“Lui sta già pregando per te.”
“Cosa devo fare, padre?”
“Se non lo sai” rispose il religioso “allora è inutile che te lo spieghi. Puoi restare qui con me... mi aiuterai a dar mangiare a questi gatti...”
Ad un tratto suonarono delle campane lontane.
“Suonano per festeggiare la vittoria del Palio...” spiegò Frate Nicola “... anche senza di te...”
In quel momento una figura apparve sul portico della cappellina.
“Zio!” Nel vederla Guisgard.
Robert il Taddeide aveva il viso tinto da uno spettrale pallore, lo sguardo enigmatico e gli abiti lacerati,
“Resta qui” disse al nipote “a vegliare su questa cappellina... vogliono sconsacrarla...”
“Resta con me!” Esclamò Guisgard. “Se ci sarai tu non oserà venire nessuno qui! Li faremo impallidire!”
“No...” scuotendo il capo Robert “... stanno per sacrificare la Pantera e uccidere i suoi figli... tu li hai abbandonati ed io ritornerò a Fisyem per difenderli... ma devo far presto, o la Gioia mi troverà di nuovo... tu nasconditi qui, nella cappellina... sarai al sicuro...”
“Cosa devo fare, zio?”
“Non sei stato capace di difendere il tuo popolo e di salvare la donna che ami...” fissandolo Robert “... resta qui ora...”
“Talia!” Voltandosi indietro Guisgard, da dove si udivano le campane.
In quel momento Guisgard aprì gli occhi e cominciò a vedere immagini sbiadite e voci lontane.
Poi, poco a poco, riconobbe il padiglione della Pantera.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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